“Non mollare”: digitalizzato il primo periodico antifascista clandestino

10 dicembre 2022 | 14:00
Share0
“Non mollare”: digitalizzato il primo periodico antifascista clandestino

E’ consultabile sul sito dell’Istituto Storico della Resistenza

Non mollare, primo periodico antifascista clandestino stampato senza cadenza fissa (Esce quando può), è stato digitalizzato ed è consultabile on line sul sito dell’Istituto storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea (https://www.istoresistenzatoscana.it/biblioteca/non-mollare).

Il progetto, realizzato con ilcontributo della Fondazione Cr Firenze, ha permesso di rendere fruibili i fogli originali stampati clandestinamente fra il gennaio e l’ottobre 1925.  Giada Kogovsek e Maria Sechi, per conto dell’Istituto storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, hanno curato la digitalizzazione e l’impostazione grafica.   Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Carlo e Nello Rosselli fondarono a Firenze Non Mollare subito dopo l’esperienza fiorentina del Circolo di Cultura, che fu chiuso per decreto prefettizio del 5 gennaio 1925.  Il titolo della testata fu ideato da Nello Rosselli, gli articoli mettevano in primo piano i soprusi, più o meno rilevanti, perpetrati dal nascente regime e celati sotto la cappa conformistico-censoria imposta dagli squadristi e dai prefetti.

“Il giornale, che rappresentava un punto d’approdo e la svolta decisiva di un percorso politico travagliato e per certi versi contraddittorio finalizzato all’azione, è stato stampato dal gennaio all’ottobre 1925, il denaro necessario fu procurato da Salvemini che scrisse anche gli articoli principali”, si legge nel sito dell’Isrt

“Sono 22 i numeri che vengono distribuiti alla macchia. Una presenza continuativa e non effimera nel panorama della controinformazione – si afferma ancora nel sito – il periodico indicava l’esistenza di un movimento politico irriducibilmente schierato all’opposizione e la differenza rispetto alla restante stampa antifascista, oltre alla scelta obbligata dell’illegalità, era riscontrabile nello svincolo da programmi che non fossero il ristabilimento della democrazia”.

Dagli appunti che accompagnavano gli esemplari è possibile ricondurre l’appartenenza dei diversi numeri a Ernesto Riccioli, Piero Calamandrei, Ernesto Rossi, Lea Valobra e Gaetano Salvemini.