Roberto Vecchioni al Politeama di Prato

25 aprile 2022 | 11:15
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Roberto Vecchioni al Politeama di Prato
Roberto Vecchioni al Politeama di Prato
Roberto Vecchioni al Politeama di Prato
Roberto Vecchioni al Politeama di Prato

L’infinito, parole e musica

Roberto Vecchioni, accompagnato da Massimo Germini alla chitarra acustica, affronta i temi a lui più cari attraverso monologhi e racconti, intervallati dai brani recenti dell’ultimo album “L’Infinito” e da alcuni classici del suo repertorio. L’appuntamento è al Teatro Politeama Pratese

“L’Infinito è un grande spettacolo di canti, immagini e monologhi. Emerge un mio concetto recente, nuovo, di grande amore per tutto ciò che si fa e si vive. Ma è anche una specie di ritorno, uno sguardo sul passato con le canzoni di prima… E come poi tutto si sia ricomposto in un’unica idea, che è quella di amare la vita comunque sia, bella o brutta perché in realtà è sempre bella. Siamo noi che a volte la immaginiamo in un altro modo”, spiega.

Nell’album “L’infinito”, per la prima volta, Roberto Vecchioni duetta con Francesco Guccini nel singolo “Ti Insegnerò a volare”, ispirato al grande Alex Zanardi. Due padri della canzone d’autore si rivolgono alle nuove generazioni, in un periodo in cui tutto si dissolve nella liquidità e nella precarietà culturale, invitandole a sfidare l’impossibile. La storia del campione è la metafora della “passione per la vita che è più forte del destino”.

Questo brano – racconta Vecchioni – si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la “canzone d’autore” e che non c’è, non esiste più dagli anni ’70. In realtà l’intero disco è immerso in quell’atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice ed elementare oppure sottile e sofisticata, ma comunque cultura”.

Un concerto che rappresenta questo album manifesto, “non 12 brani – come spiega Vecchioni – ma un’unica canzone divisa in 12 momenti”, in una dimensione temporale verticale che rinvia al tema dalle suggestioni letterarie: la necessità di trovare l’infinito al di qua della siepe, dentro noi stessi.