Consiglio solenne, Mazzeo: “Dante patrimonio dell’umanità”

10 settembre 2021 | 15:15
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Consiglio solenne, Mazzeo: “Dante patrimonio dell’umanità”

Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze, ha presentato le 88 tavole con cui Federico Zuccari ha illustrato la Divina Commedia

“Una pietra miliare della letteratura mondiale, ma anche una pietra dello scandalo, per il racconto senza veli di un’umanità fragile, in perenne cammino alla ricerca di senso e felicità, una figura universale e insieme un esempio ancora attuale per la sua capacità di visione, la sua lungimiranza artistica e civile. Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, apre la seduta solenne per i settecento anni dalla morte del Sommo Poeta citando le parole del Presidente, Sergio Mattarella. 

“Vogliamo degnamente celebrare Dante, vero e proprio patrimonio dell’umanità, e al tempo stesso concittadino della nostra Toscana, di Firenze tanto amata e motivo di tanto dolore. Una celebrazione che ha trovato quest’anno un motivo speciale che ha determinato molte iniziative in tutt’Italia; un ricordo però che vogliamo mantenere vivo anche nei prossimi anni –  dichiara Mazzeo – Dante ha la forza e la capacità di parlarci ancora adesso. Sfida il tempo per esserci contemporaneo. È stato certamente uomo del suo tempo, radicato mani e piedi nella cultura di quel Medioevo troppe volte mal compreso. Il suo orizzonte intellettuale, il suo sguardo sulla vita e sulle cose del mondo, la sua ispirazione religiosa profondamente vissuta, ne fanno un campione di quell’età”. “Come un pellegrino, un po’ per scelta e molto per costrizione – prosegue il presidente -, ha percorso a piedi chilometri e chilometri soprattutto della nostra Toscana, toccando tantissime città e borghi. E anche laddove non è andato con il suo corpo c’è andato con la sua poesia, con i suoi versi, che hanno raccontato storie e luoghi della Toscana. E tutta la Toscana sta celebrando quest’anno dantesco proprio perché sente la sua storia intimamente legata alla sua”.

Come uomo del Medioevo – continua Mazzeo – non ha temuto di rappresentare un’umanità fragile, incerta del suo destino, in perenne cammino alla ricerca del senso pieno della vita e della felicità. Oggi, di fronte alla pandemia che ci ha sorpreso e ha profondamente modificato le nostre vite e le nostre certezze, abbiamo cercato una via d’uscita e come Dante desideriamo e ci auguriamo di uscire a riveder le stelle”.
Il presidente parla ancora del Sommo Poeta e lo definisce “uomo del suo tempo che attraverso la sua opera di intellettuale e di poeta ha saputo superare, pur standoci dentro, le ristrettezze che appartengono ad ogni cultura e trasmetterci un messaggio universale, senza tempo”. “Sfidando la storia ha saputo rimanere contemporaneo di ogni generazione e continua a parlarci con la forza straordinaria della sua poesia. Un Dante conosciuto e amato da ogni persona, senza distinzioni di cultura e di censo, pienamente popolare come pochi altri nella storia dell’umanità hanno saputo esserlo”. “Dante è il padre della nostra lingua, della nostra identità nazionale, in un tempo in cui l’Italia non era altro che un nome vuoto e il popolo italiano era disperso in mille dialetti che non comunicavano tra loro” continua.Mazzeo rileva anche quanto l’Italia fosse un sogno per il Sommo Poeta: “non vogliamo che per noi oggi diventi una gabbia. Sentiamo la sfida di costruire un’identità aperta e accogliente. Verso l’Europa prima di tutto. E con l’Europa verso il mondo, non volgendo le spalle alle miserie e alle ingiustizie, sapendo farcene carico con responsabilità e coraggio. Anche per questo e dando attuazione alla legge che il Consiglio ha approvato lo scorso maggio, abbiamo realizzato un programma di iniziative che in 100 giorni toccherà tutte le province della nostra regione e coinvolgerà toscani di ogni età e con i più variegati interessi. Oltre a Firenze, saremo ad Arezzo, Pisa, Montecatini Terme, Lucca, Massa, Gavorrano, Castagneto Carducci, Monteroni d’Arbia, Poppi, Cantagallo, Grosseto. Città e borghi di questa nostra meravigliosa terra. Ogni iniziativa celebra Dante tra tradizione e innovazione, che recupera la grandezza del passato ma guarda al presente e immagina il futuro. Per questo abbiamo coinvolto, accanto alle amministrazioni comunali, Università, scuole, istituzioni culturali, associazioni. Celebriamo e ricordiamo Dante ancora capace di parlare i linguaggi del nostro tempo, da quelli più innovativi della tecnologia a quelli più tradizionali della musica e del canto”.”Come presidente, come ufficio di presidenza, come consiglieri tutti, siamo impegnati ad essere presenti ed animare le tante iniziative in programma” prosegue ringraziando Alberto Casadei, ordinario di letteratura italiana presso l’Università di Pisa e Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi, relatori alla seduta solenne, che “ci faranno meglio apprezzare quanto Dante ha segnato lo sviluppo della letteratura e dell’arte italiana, e non solo”. “Il professor Casadei – aggiunge Mazzeo -, non è toscano di nascita, ma la sua formazione è avvenuta proprio a Pisa, dove ha studiato e si è laureto come allievo della Scuola Normale Superiore. Molte sono le sue pubblicazioni dedicate al Sommo Poeta. Eike Schmidt, direttore dal 2015, in questi anni ha saputo conoscere profondamente la nostra regione e condividere un’idea che è anche la nostra: la Toscana diffusa di cui uno dei collanti fondamentali è proprio la cultura. Il progetto “Uffizi diffusi’ ne è un’affascinante applicazione”.Il presidente del Consiglio saluta anche il governatore Eugenio Giani: “Tutti conosciamo la sua passione per la storia di questa Regione e per i suoi più illustri cittadini. Da Eugenio dunque sono sicuro non ascolteremo solo parole di carattere istituzionale ma anche il suo sarà un importante contributo che ci farà ulteriormente apprezzare il Sommo Poeta”.Mazzeo conclude ringraziando Fondazione Teatro della Toscana e il suo presidente amico e assessore Tommaso Sacchi che ha premesso di “arricchire la seduta solenne mettendo a disposizione il Teatro della Pergola. “S

“Se Dante appartiene all’umanità, – ha concluso –  ed è certamente vero, consentitemi comunque di essere orgoglioso che questa terra, che è diventata per scelta la mia terra, lo possa sentire un po’ più suo. Lui che con le sue solide radici ha saputo allungare lo sguardo, ispiri alla nostra Assemblea il coraggio e la lungimiranza che anche il nostro tempo richiedono ad attenti legislatori”.
“Quest’occasione, nella sua solennità, ci offre il messaggio del significato e dell’importanza attribuiti a Dante che si rivela attuale ancora oggi nel suo modo di pensare, nel proporre gli argomenti di una speculazione filosofica, religiosa e intellettuale”. Così il presidente della Toscana Eugenio Giani apre il suo intervento al Teatro della Pergola per la seduta solenne del Consiglio regionale per celebrare Dante a settecento anni dalla morte.
“Quando parliamo di Dante è importante – continua – che tutto questo avvenga proprio in Toscana ovvero la realtà nella quale Dante ha vissuto gran parte della sua vita”.
Il presidente Giani ha ricordato ”il segno eterno che ha lasciato la  sua opera che continua a stimolare riflessioni non solo di carattere intellettuale” e poi gli artisti e i pensatori che a lui si ispirano. Giani parla di un Dante che nella Divina commedia da un lato dà l’idea d’Italia e “dell’autonomia del nostro Stato” che “riuscì ad identificare come “lo stivale va dall’estrema punta della Sicilia a Pola” e dall’altro “definisce nel XVI canto del Paradiso la Firenze che va dal Galluzzo a Trespiano, che sono oggi esattamente i confini di Firenze. È incredibile e straordinario nel suo senso di appartenenza a questi territori”. Giani rammenta Dante il filosofo d’eccezione, il teologo, l’uomo che si esprime nella sua poliedricità, l’intellettuale, l’astronomo, il geografo, lo storico “dalle capacità eterodisciplinari di informazione ed espressione che gli danno una dimensione enciclopedica”.
Il presidente si è soffermato sul fatto che Dante abbia scritto la Divina Commedia negli anni dell’esilio: “In questi 19 anni di formale esilio ogni giorno doveva conquistarsi una corte diversa dove poter stazionare e guadagnarsi un’ospitalità per vivere. Dante fu pellegrino in tutta la Toscana ndagli amati Malaspina della Lunigiana, a ‘Campaldino’, al  ‘Casentino’ alla Maremma definita da ‘Cecina a Corneto” e ancora Pisa, Siena, Lucca, Chiusi, Badia Tedalda, Pomarance e Larderello”.
E infine, il ritorno al presente: “è stato straordinario – conclude Giani – nel bando che abbiamo fatto sono stati 190 i comuni della Toscana che si sono proposti per un’iniziativa su Dante ed è proprio questo radicamento nella Toscana che ritroviamo in Dante”. “La scelta del Sommo Poeta fu quella di darsi un profilo d’identità toscana – afferma Giani – quando gli chiedevano da dove provenisse, mai c’era un riferimento a Firenze ma sempre alla Toscana, ‘O’Tosco’ e poi “nato nell’aer tosca”.

Si inaugura lunedì 13 settembre al primo piano di Palazzo Strozzi Sacrati (piazza Duomo, 10) la mostra Viaggio nella regione del Poeta – La Toscana dantesca nelle fotografie degli Archivi Alinari e di Massimo Sestini. Alle 11 il fotografo Massimo Sestini e il presidente della Fondazione Alinari per la fotrografia Giorgio Van Straten presentano la mostra.

Alberto Casadei, docente di letteratura italiana all’Università di Pisa e studioso dell’opera di Dante, nel suo intervento ha sottolineato i molti legami con la Toscana nell’opera dantesca.
“Ancora tra il 1318-1319, dopo venti anni di esilio – ha spiegato – compare evidente l’affetto verso l’aere tosco. Nonostante la sofferenza Dante si sente e rimane toscano e fiorentino e lì vorrebbe tornare”. A lungo il poeta ha pensato di poter far ritorno fisicamente in patria, e alla fine immagina che la conclusione della sua grande opera porti alla sua incoronazione con l’alloro poetico nel battistero di San Giovanni. Dante dopo i primi canti ha introdotto nella Divina Commedia la storia, anche contemporanea, “fatta di persone, ma dietro le quali si riconosce un’intera società”.
“Da qui le invettive che compaiono nella sua opera contro tante città toscane. Ma con questi versi caustici vuole indicare che il compito delle città sarebbe quello di vivere in concordia e di aspirare al bene comune, perché per Dante esiste la possibilità di vedere la pace e di perseguirla”, ha detto lo studioso.
“La Divina Commedia è diventata popolarissima pochi anni dopo la morte dell’Alighieri, ha concluso Casadei, “e Dante ora non è più divisivo, ma l’autore con cui generazioni diverse possono entrare in contatto per riflettere su tematiche che ci riguardano tutti da vicino”.
Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze, ha presentato le 88 tavole con cui Federico Zuccari ha illustrato la Divina Commedia. Schmidt ha ricordato che gli Uffizi custodiscono l’intero gruppo di questi fogli ‘danteschi’ realizzati, alla fine del Cinquecento, dal pittore famoso per aver affrescato la Cupola di Santa Maria del Fiore. La Galleria ha aperto le celebrazioni per i settecento anni della morte dell’Alighieri con la mostra virtuale “A rivedere le stelle”, in cui per la prima volta i disegni sono visibili a tutti. Finora le tavole erano state viste da pochi studiosi ed esposte al pubblico solo in due occasioni, e parzialmente. La raccolta è entrata nella collezione degli Uffizi nel 1738, grazie alla donazione di Anna Maria Luisa de’ Medici.
“Federico Zuccari, tra i protagonisti del tardo manierismo – ha detto Schmidt – ha realizzato i disegni tra il 1586 e il 1588, mentre era in Spagna. E anche se il suo non era un esilio, l’immersione nell’opera di Dante ha probabilmente rappresentato per lui un rifugio e una liberazione, visto che il suo operato all’Escorial non aveva riscontrato i favori del committente”.
Schmidt ha spiegato come le tavole siano state realizzate con diverse tecniche, pietra rossa e nera per l’Inferno, mentre poi prevale l’uso della sola pietra rossa e della tecnica di inchiostro bruno, e fornito numerosi suggerimenti sulla lettura dei disegni. Indubbio, ha concluso, che a Zuccari stesse a cuore la morale, tanto che “pone enfasi sulla funzione di insegnamento delle tavole, fatto che emerge anche dalle lunghe citazioni”.
Gli interventi si sono alternati con la lettura da parte dell’attrice Laura Pinato di brani del Convivio e del XXXIV canto dell’Inferno, e da parte dell’attore Maurizio Lombardi del XXXIII canto del Paradiso.