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L’attrice toscana Marianella Bargilli a pochi giorni dal debutto di ‘Una stanza tutta per sè’ racconta il suo impegno

30 giugno 2021 | 16:07
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L’attrice toscana Marianella Bargilli a pochi giorni dal debutto di ‘Una stanza tutta per sè’ racconta il suo impegno

Da tre anni porta nelle città italiane anche uno spettacolo che tratta un tema particolarmente caldo nella percezione della nostra società, quello dei migranti

Il teatro è capire l’oggi e raccontarlo: la toscana Marianella Bargilli a pochi giorni dal debutto nazionale di “Una stanza tutta per sé”, racconta il suo impegno .

 Marianella Bargili

“Il teatro – spiega – ci fa incontrare davvero le cose, che siano di oggi o di ieri, e ci porta dentro”

Marianella Bargilli, dal grande Fratello a Virginia Woolf, passando per temi chiave della nostra epoca come quello della necessità di abbandonare la propria terra per cercare fortuna altrove. L’attrice toscana, nata a Cecina, è tornata sulla costa per le prove di Una stanza tutta per sé, lo spettacolo di Gian Maria Cervo liberamente tratto dal celeberrimo saggio di Virginia Woolf e interpretato dalla toscana Marianella Bargilli, il cui debutto nazionale è previsto il 6 luglio nel Cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli.

La pièce è prodotta dall’associazione Culturale Progetto Teatrando e vede la collaborazione del Comune di Cecina che ospita le prove dello spettacolo al Teatro Eduardo De Filippo.

Marianella Bargilli vestirà i panni della scrittrice inglese e per un’ora sarà protagonista, insieme alle musiche originali di Mario Incudine, di un viaggio che condurrà il pubblico in una riflessione sui diritti, sulla libertà, sulla rivendicazione, con intelligenza e umorismo, umorismo che fu proprio di Woolf.

Bargilli ha partecipato nel 2003 al Grande Fratello, la trasmissione cult che l’ha fatta conoscere al grande pubblico. Ma è da quando aveva 22 anni che studia e lavora nel teatro. Nel suo curriculum i nomi di maestri quali Beatrice Bracco per il metodo Stanislavskij, Michael Margotta e Marylin Freed, docenti dell’Actor’s Studio di New York, Nikolaj Karpov, direttore dell’istituto della biomeccanica al Gitis (Istituto teatrale di Mosca), Steven Berkoff e Augusto Omulù, danzatore ed attore dell’Odin Theatret.

Da tre anni la Bargilli porta nelle città italiane anche uno spettacolo che tratta un tema particolarmente caldo nella percezione della nostra società, quello dei migranti. Lo porta proprio nelle città dove questa realtà è viva, sia perché luogo di approdo di persone in fuga da una vita insostenibile, sia perché luogo di partenza di persone in fuga da una vita insostenibile, una manciata di anni fa. Interpreta infatti il personaggio di Alberta nello spettacolo Refugees… voi come noi ideato e diretto da Ugo Bentivegna (2018) che nell’estate 2019 diventa Refugees… il respiro dei migranti – Salina Opera Paese nell’ambito della XIV edizione del SalinaDocFest, nell’estate 2020 è in replica in Sicilia e il 9 luglio 2021 a Lampedusa nel cartellone del Festival Lampedus’amore.

Perché l’impegno sul tema migranti? Perché lo hai scelto, perché per te è importante?

“È uno spettacolo che portiamo in giro da 3 stagioniracconta Bargilli a Toscanaindiretta -. Era al festival di Roma tre anni fa, di Salina a settembre, ha girato per la Sicilia, è sempre stato in luoghi in cui si capiva l’importanza del tema. A Salina hanno una storia di emigrazione per l’Argentina e si capiva e si percepiva fortemente quello che accadeva lì un tempo: lasciare la terra per cercare di sopravvivere, cercare fortuna in America”.

“Il personaggio che interpreto, Alberta, – aggiunge – è una donna che parte lasciando il figlio alla madre, con un marito che non c’è più. Dalla nave scrive al figlio lettere meravigliose, in cui parla di quanto gli manchi e delle speranze che ha per la loro vita. Questo spettacolo l’ho scelto perché escono fortemente le storie del passato e del presente, farlo è un’esperienza di vita perché finché non entriamo fino in fondo della materia non lo capiamo, vediamo immagini in tv o racconti e questo non è viverlo”.

“Portarlo in scena a Lampedusa sarà un’emozione enorme  – afferma – perché era l’idea di tutti noi raccontare in quella terra, in quella isola, in quel luogo di sofferenza, la storia di queste persone. Il teatro è questo, è trasmettere una storia, il suo valore, che sia esistita o no, e in questo caso lo è, per cui c’è un’emozione doppia e siamo molto felici di questa opportunità”.

Il 6 luglio invece, a Napoli, la prima nazionale di Una stanza tutta per sé, in cui interpreti “la scrittrice delle scrittrici”, Virginia Woolf.

Come lo stai preparando?

“Sto preparando questo spettacolo – spiega –  approfondendo le tematiche, parlandone, ma ho sempre un atteggiamento molto rispettoso verso i personaggi e il lavoro che vado a fare e sento sempre che deve arrivare a una ‘pagina vuota’ da riempire con le prove, le indicazioni della regia, quello che il testo da quel giorno in poi mi comunica. Arrivo con un’idea mia di quello che vado a fare ma non con cose già decise sui personaggi. Penso che questo lavoro si crei ogni volta dall’inizio, anche se hai il tuo bagaglio, le tue istruzioni, il tuo sapere e la tua formazione rispetto al lavoro, ma rimetto insieme questi elementi nel momento in cui inizio il lavoro. Il primo giugno abbiamo iniziato le prove e per me è sempre come il primo giorno di scuola. Ho proprio un cestino con cui porto le mie matite, il mio taccuino, tutte le cose che mi servono per lavorare, per cui siamo partiti, io e il cestino, per fare il primo giorno di scuola”.