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Cronaca
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“Mamma ho bisogno di soldi”, l’anziana ingannata fa un bonifico di 1000 euro

25 aprile 2025 | 11:15
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“Mamma ho bisogno di soldi”, l’anziana ingannata fa un bonifico di 1000 euro

I carabinieri sono risaliti ai truffatori

I Carabinieri della Stazione di Donoratico, dopo alcuni accertamenti e indagini, hanno identificato i presunti autori di un raggiro ai danni di una donna del posto, artatamente studiato e pianificato attraverso l’impiego di una nota applicazione di messaggistica istantanea.

La vittima, una donna ultrasessantacinquenne, era stata tratta in inganno dal tono confidenziale di un messaggio che le era giunto sulla propria utenza mobile, benché proveniente da un’utenza a lei sconosciuta, con il quale era stata indotta a credere di interloquire con la figlia che, con un nuovo numero telefonico, le chiedeva l’invio immediato di denaro per poter acquistare un nuovo cellulare a seguito del danneggiamento di quello vecchio.

La donna, credendo di far cosa giusta, e non nutrendo dubbi circa la buona fede dell’interlocutrice del messaggio, si è recata presso una ricevitoria ed ha effettuato un pagamento di circa 1.000 euro tramite “t-bonifico” su un IBAN che le era stato fornito dalla sedicente figlia.

Poco dopo, però, la persona creduta essere la figlia, adducendo un pretesto, le ha chiesto di fare un analogo pagamento di simile importo, questa volta sotto forma di ricarica su una carta prepagata, ma la 67enne ha cominciato a nutrire dei dubbi e ha deciso di contattare la figlia al vecchio numero di cellulare, scoprendo così la finzione, in quanto la stessa le assicurava di non averle mai chiesto del denaro e di non aver mai perduto il cellulare.

Maturata la certezza di essere stata raggirata, la donna si è rivolta ai Carabinieri della Stazione di Donoratico i quali, mediante serrate attività di indagine condotte anche eseguendo l’analisi sui flussi di denaro, sono riusciti a identificare i presunti autori della truffa, una 44enne e un 31enne entrambi del sud Italia ed entrambi con precedenti che sono stati denunciati in stato di libertà all’autorità giudiziaria competente di Livorno per il reato di truffa aggravata.

Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, sono da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – sino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.