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Coina: “Sanità territoriale al collasso. Servono risposte immediate e non a disastro avvenuto”

25 aprile 2025 | 11:30
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Coina: “Sanità territoriale al collasso. Servono risposte immediate e non a disastro avvenuto”

Il segretario del sindacato delle professioni sanitarie tuona: “Siamo quotidianamente in una trincea, abbandonati da una politica inefficace”

“La medicina del territorio è allo stremo. Il sistema che dovrebbe garantire prossimità e cura si sta sgretolando sotto il peso di riforme fallimentari, carenza di risorse e abbandono politico. Non è più il tempo dei giri di parole: servono decisioni radicali, adesso”, afferma Marco Ceccarelli, segretario nazionale del Coina (sindacato delle professioni sanitarie), che lancia un allarme severo sullo stato della sanità di prossimità.

Ogni giorno decine di professionisti scelgono di lasciare, anticipano la pensione o cercano impieghi alternativi. Perché – denuncia Ceccarelli – lavorare così, in solitudine, senza tutele e con un carico burocratico insostenibile, è diventato impossibile”.

“Ci troviamo con riforme che dovevano migliorare l’efficienza – spiega il segretario – e invece hanno moltiplicato la confusione. Il medico, l’infermiere, il fisioterapista sono diventati ingranaggi di un meccanismo cieco e inefficiente”.

“Non si tratta solo di un problema di ordine pubblico: la radice sta nella congestione dei reparti, nei pronto soccorso intasati e nella totale assenza di filtro sul territorio. Pensare di risolvere tutto con telecamere e denunce post violenza – insiste Ceccarelli – è una visione assai miope. Serve prevenzione, serve presenza”.

Dove sono i 9mila 600 infermieri di famiglia promessi dalla legge del 2020? Ne è stato inserito solo il 20 per cento. E il fabbisogno reale è di almeno 50mila professionisti. Dove pensiamo di trovarli? Senza queste figure – sottolinea il segretario -, le Case e gli Ospedali di Comunità resteranno scatole vuote”.

Coina ha individuato tre situazioni a cui va posta immediata attenzione, cioè azzerare i modelli fallimentari e costruire un’organizzazione più semplice e operativa; investire in maniera stabile e non frammentaria su strutture, personale e strumenti; e restituire centralità e dignità ai professionisti sanitari, eliminando ostacoli burocratici e migliorando le condizioni di lavoro.

“Il territorio è il cuore pulsante della sanità. Se non lo rilanciamo adesso – conclude Ceccarelli -, finiremo in un vicolo cieco. In un buio tunnel senza uscita”.