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Evasore fiscale socialmente pericoloso, scatta il sequestro: ha sottratto al Fisco oltre 3 milioni e mezzo di euro

11 aprile 2025 | 10:15
Evasore fiscale socialmente pericoloso, scatta il sequestro: ha sottratto al Fisco oltre 3 milioni e mezzo di euro

L’imprenditore sottoposto a misura era attivo nel settore tessile del distretto pratese sin dal 1999

La Guardia di Finanza di Prato, nell’ambito dell’attività di contrasto alla criminalità economico-finanziaria, ha eseguito un provvedimento di misura di prevenzione patrimoniale, emesso dal Tribunale e richiesto dalla locale Procura della Repubblica diretta dal dottor Luca Tescaroli, nei confronti di un cittadino di origine sinica già coinvolto in un procedimento penale per reati tributari, gestore di fatto di una filiera di imprese “apri e chiudi”.

L’imprenditore sottoposto a misura, attivo nel settore tessile del distretto pratese sin dal 1999, è stato riconosciuto un evasore fiscale seriale socialmente pericoloso. Egli ha potuto contare, nel corso di oltre vent’anni di operatività illecita, sulla collaborazione costante, qualificata e strategica di consulenti compiacenti, il cui apporto si è rivelato essenziale per l’ideazione e l’attuazione di un articolato schema fraudolento. Con il loro supporto tecnico–professionale, l’imprenditore ha fittiziamente intestato la titolarità di almeno sette ditte individuali a prestanome – anch’essi di origine cinese – predisponendo assetti societari volutamente opachi e funzionali a dissimulare la gestione di fatto da parte del medesimo soggetto, il quale ha dato vita a un modello unico per durata, che ha preso le mosse il 27 maggio 2021, per come riconosciuto dal tribunale. I consulenti coinvolti, sfruttando le proprie competenze in ambito fiscale, contabile e amministrativo, hanno fornito un contributo decisivo nella costituzione, gestione e chiusura pilotata delle imprese, garantendo la continuità del disegno fraudolento attraverso la redazione di atti, bilanci e dichiarazioni finalizzati a eludere i controlli e a schermare i movimenti economici reali.

Ciascuna di tali imprese, dopo un breve periodo di operatività, veniva sistematicamente cessata con l’insorgere dei primi rilevanti debiti erariali, al fine di neutralizzare sul nascere eventuali azioni di accertamento o riscossione da parte dell’Amministrazione finanziaria. Attraverso questa modalità seriale e strutturata di evasione – resa possibile anche grazie al concorso consapevole dei professionisti – l’imprenditore si è fraudolentemente sottratto al pagamento delle imposte per un ammontare complessivo, comprensivo di sanzioni e interessi, ben superiore a 3,5 milioni di euro.

Analogamente, oltre alla sistematica sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte con imprese “apri e chiudi”, rientrano nel modus operandi delle imprese l’omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali nonché la sistematica emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti finalizzata alla movimentazione delle ingenti disponibilità di denaro contante che vengono riscosse e impiegate nell’ambito degli acquisti e delle cessioni “in nero” di merce.

Le indagini patrimoniali successive all’esecuzione delle prime misure cautelari (personali e reali) nei confronti dell’imprenditore e dei suoi familiari e conviventi, approfondite dalla Procura della Repubblica e dal Gruppo della Guardia di Finanza di Prato, hanno consentito di ricostruire un’incoerenza tra la sua posizione reddituale/dichiarativa e le possidenze patrimoniali accumulate nel corso degli anni, tale da dimostrare un ingente arricchimento patrimoniale mediante una sistematica evasione delle imposte dovute.

Alla luce di tale sproporzione, è stata predisposta una proposta di misure di prevenzione e il Tribunale Misure di Prevenzione di Firenze, in aderenza a quanto richiesto, ha emesso un decreto  ai sensi dell’articolo 20 del Codice Antimafia, con il quale è stato disposto il sequestro di due unità immobiliari, di cui un immobile commerciale sito in Prato dal valore di oltre un milione di euro, nonché di una società immobiliare fittiziamente interposta dall’imprenditore di fatto per la realizzazione di tale investimento immobiliare.

Si tratta del primo caso, nella provincia di Prato e in Toscana, di applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di un evasore fiscale qualificato, va ribadito, come socialmente pericoloso.

Un’applicazione che segna un importante punto di svolta nell’approccio repressivo verso le più insidiose forme di illegalità economica, riconoscendo espressamente come l’evasione fiscale seriale – quando connotata da reiterazione, strutturazione organizzativa, impiego sistematico di strumenti fraudolenti e impatto economico rilevante – possa integrare una pericolosità sociale equivalente a quella delle condotte tipiche della criminalità economica tradizionale.