Dalla Procura |
Cronaca
/

Rogo mortale al Poligono, 6 indagati: “Le polveri da sparo in terra hanno fatto da innesco”

25 marzo 2025 | 13:15
Share0
Rogo mortale al Poligono, 6 indagati: “Le polveri da sparo in terra hanno fatto da innesco”

Le accuse sono incendio colposo, omicidio colposo plurimo e incendio boschivo

Individuate la cause dell’incendio al Poligono pratese di via Galceti, che provocò la morte di due persone, due le vittime, carbonizzate, il direttore della struttura Gabriele Paoli, 67 anni, e un cliente, Alessio Lascialfari, 66 anni, e ustioni di terzo grado ad un istruttore, portato in codice rosso a Cisanello.  Un incendio devastante, che coinvolse anche il vicino bosco, bruciando circa 89mila metri quadrati dell’area protetta di Monteferrato.

“Quest’ufficio – spiega in una nota il procuratore capo dottor Luca Tescaroli –  ha concluso le articolate indagini. In estrema sintesi, si è individuata la causa più ragionevole all’origine dell’incendionella presenza di significativi residui di polveri da sparo incombuste presenti di fronte e all’intorno delle postazioni di tiro della linea da 50 metri (ove si trovavano le due vittime e il ferito). Polveri presenti in quantità significative, a seguito di una mancata adozione di approfondite attività di pulizia, contrariamente a quanto prescritto dalle norme tecniche che regolamentano la sicurezza nei poligoni a tiro a cielo aperto. Il punto di origine dell’incendio è stato stabilito all’altezza del terreno, immediatamente davanti alla postazione di tiro numero 4, dove una delle vittime stava sparando con la pistola,
utilizzando munizionamento ricaricato autonomamente. Lo sparo con questo tipo di munizionamento si caratterizza per la produzione di lapilli incandescenti in quantitativi decisamente superiori rispetto all’uso di munizionamento confezionato. Il contatto di tali lapilli con una quantità significativa di polveri da sparo incombuste presenti a terra davanti la postazione di tiro ha creato l’innesco primarioche si è rapidamente propagato alle altre porzioni di polveri da sparo incombuste presenti sulla superficie attingendo con estrema rapidità anche altri materiali combustibili presenti nell’ intorno. La presenza diffusa di tali polveri sui materiali combustibili – in particolare nei box di tiro e su altri elementi come legno e pannelli fonoassorbenti lungo la linea di tiro – ha ulteriormente facilitato la propagazione delle fiamme che hanno coinvolto rapidamente la rete di raccolta dei bossoli, i pannelli fonoassorbenti e i materiali lignei”. “Quindi – prosegue Tescaroli –  si è prodotta una densa nube di fumi caldi che si è rapidamente propagata all’interno del sito superando rapidamente anche il muro perimetrale, attingendo anche la vegetazione presente del parco limitrofo e del bosco delle colline vicine.
Dalle indagini si ipotizza che l’evento sia stato cagionato colposamente, a vario titolo, da sei indagati: i membri del consiglio direttivo dell’Unione Italiana Tiro a Segno Nazionale – sezione di Prato. I delitti individuati ascritti agli indagati sono incendio colposo, omicidio colposo plurimo e incendio boschivo. Le acquisizioni hanno indotto sussistere nei loro confronti vari profili di colpa, consistiti nel non aver effettuato correttamente la manutenzione ordinaria della linea di tiro da 50 metri, nell’ aver tenuto la struttura accessibile e utilizzabile per lo svolgimento dell’attività sportiva, nonostante fosse priva di agibilità, nel non aver ottemperato alle prescrizioni sulla sicurezza antincendio e nel non aver dotato il poligono della Scia Antincendio e nel non avere rispettato quanto previsto dal decreto legislativo  81 del 2008 per la tutela dei lavoratori e dei terzi che frequentavano un luogo di lavoro altrui”.

Il rogo mortale avvenne il 26 luglio dello scorso anno

Rogo mortale, recuperate le salme: sigilli al poligono