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Braccianti sfruttati nelle campagne di Firenze, Prato e Siena: ai domiciliari con braccialetto elettronico il datore di lavoro

20 marzo 2025 | 09:30
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Braccianti sfruttati nelle campagne di Firenze, Prato e Siena: ai domiciliari con braccialetto elettronico il datore di lavoro

L’indagine partita dopo un infortunio che ha portato all’amputazione di un dito a un lavoratore in nero

Il Procuratore della Repubblica di Firenzerende noto che nei giorni scorsi, a Castelfiorentino, i militari del Nil, con il supporto dei Carabinieri del Comando Compagnia di Empoli, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale coercitiva e patrimoniale, emessa dal gip del tribunale fiorentino su richiesta della stessa Procura, nei confronti di un indagato, ritenuto responsabile dei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (ossia il caporalato), di occupazione al lavoro di lavoratori privi di permesso di soggiorno, di lesioni colpose aggravate e di violazioni varie in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.

In particolare, la misura prevedeva a carico dell’indagato, del Marocco, e da diversi anni residente in Itali  gli arresti domiciliari, presso la propria abitazione, con applicazione del braccialetto elettronico, ilsequestro preventivo dei due mezzi (un’autovettura ed un furgone per trasporto persone) utilizzati per condurre gli operai sul posto di lavoro, il sequestro per equivalente della somma destinato a confisca di  14.694,29 euro ritenuto il provento del reato di caporalato, quale ingiusto profitto a danno dei lavoratori sfruttati; l’esecuzione di perquisizioni personali e locali.

L’indagine, condotta dal 2023 al 2025, ha consentito di disarticolare un sistema di reclutamento ed occupazione al lavoro in condizioni di sfruttamento di numerosi lavoratori di diverse nazionalità, che versavano in grave stato di bisogno, impiegati come braccianti agricoli in proprie lavorazioni presso altre aziende agricole ubicate nelle campagne fiorentine, pratesi e senesi, in occasione delle operazioni di potatura di vigne ed ulivi, della raccolta di uva ed olive, o del caricamento su mezzi di autotrasporto di gabbie per pollame destinato al macello.
Complessivamente, sono stati identificati 18 lavoratori sfruttati, tutti di nazionalità marocchina, dei quali 8 privi del permesso di soggiorno o comunque in possesso di titolo non valido per essere occupati al lavoro.

L’attività è iniziata nel giugno del 2023, quando un lavoratore di nazionalità marocchina, irregolare sul territorio italiano, ha presentato, presso la Procura della Repubblica di Firenze, una denuncia-querela nei confronti dell’attuale indagato, sia per essere stato da lui impiegato al lavoro in condizioni di sfruttamento, sia per aver subito, nell’aprile dello stesso, un infortunio durante la potatura di un ulivo con forbici elettriche.

A seguito di tale evento, l’indagato aveva accompagnato il lavoratore presso il Pronto Soccorso, dove i sanitari erano costretti ad operargli l’amputazione del secondo dito della mano sinistra. Sempre l’indagato, per evitare di incorrere in responsabilità, aveva falsamente dichiarato ai medici che l’infortunio era avvenuto in ambito domestico.

L’inchiesta sull’infortunio, svolta in collaborazione con il personale dell’Asl, ha permesso di confermare quanto argomento di querela, mentre gli ulteriori sviluppi investigativi hanno consentito altresì di accertare l’esistenza di un consolidato sistema di reclutamento ed impiego al lavoro, messo in atto dall’indagato, nei confronti di suoi connazionali privi di qualsiasi mezzo di sostentamento e di adeguate sistemazioni alloggiative, disposti ad accettare le condizioni impostegli dall’indagato, come per esempio paga irrisoria e non certa, enorme orario lavorativo, condizioni alloggiative degradanti.