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Esplosione al deposito Eni: 9 avvisi di garanzia

19 marzo 2025 | 14:30
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Esplosione al deposito Eni: 9 avvisi di garanzia

Il procuratore Tescaroli: “Ci fu errore grave e inescusabile”

Nove avvisi di garanzia per altrettante persone, sette dirigenti di Eni e due della società appaltatrice Sergen, per l’esplosione del deposito Eni, a Calenzano, avvenuto il 9 dicembre dello scorso anno e che causò cinque morti, feriti, oltre ad ingenti danni all’impianto.

Lo ha reso noto, questa mattina durante una conferenza stampa, il procuratore capo di Prato, dottor Luca Tescaroli. 

“Ci fu errore grave e inescusabile – le parole del numero uno della Procura pratese  in base alle risultanze delle indagini espletate-. Le quattro esplosioni al deposito Eni di Calenzano sono state un evento prevedibile e evitabile”.

Da quanto emerso dall’analisi della documentazione di sicurezza rilasciata a Eni a Sergen, e dalle attività di Sergen,  “vale a dire la presenza di fonti di innesco, come il motore a scoppio di un elevatore – ha spiegato Tescaroli –  che ha generato calore in un’area ad alto rischio in un momento in cui le operazioni di carico delle autobotti erano parallele alle attività di Segen”.

I reati ipotizzati, a vario titolo, sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali.  Gli indagati sono: Patrizia Boschetti, come datore di lavoro committente responsabile della struttura organizzativa e gestione operativa del centro Eni spa di Roma; Luigi Collurà dirigente con delega di funzioni sulla sicurezza del deposito Eni di Calenzano; Carlo Di Perna, responsabile manutenzioni e investimenti depositi Centro Eni spa; Marco Bini, preposto Eni richiedente il permesso di lavoro che ha classificato l’attività di Sergen; Elio Ferrara, preposto Eni che ha autorizzato il rinnovo del permesso di lavoro a Sergen per il 9 dicembre 2024; Emanuela Proietti responsabile del servizio prevenzione protezione (Rspp) di Eni; Enrico Cerbino , responsabile del progetto esterno (project manager external) per le Manutenzioni e investimenti depositi Centro (Eni); Francesco Cirone, datore di lavoro e Rspp della impresa esecutrice Sergen srl di Viggiano (Potenza); Luigi Murno, preposto della Sergen.

“Sull’inchiesta sullo scoppio del deposito Eni Calenzano arrivano oggi, dalle parole del procuratore di Prato Tescaroli, gravi novità. Che dimostrano ancora una volta che morire sul posto di lavoro non è mai una sfortunata casualità ma è sempre il frutto di errori e sottovalutazioni nella gestione del ciclo produttivo. Le accuse della procura mostrano ancora una volta quanto sia importante che tutte le aziende, a maggior ragione quelle più strutturate, garantiscano le condizioni di massima sicurezza soprattutto quando intrecciano il loro lavoro con appalti o altre aziende operanti nel loro ciclo produttivo – il commento di Cgil e Filctem – . Auspichiamo che l’azione della magistratura faccia al più presto il suo corso e restituisca giustizia, per le vittime innocenti e le loro famiglie”

“Tragedie come quella del deposito Eni non si possono derubricare a fatalità o casualità; lo abbiamo detto da subito, lo abbiamo ripetuto in piazza a Calenzano e oggi ne abbiamo la conferma con gli avvisi di garanzia emessi dalla procura di Prato e resi noti dal procuratore Tescaroli.” A dirlo è il segretario generale della Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi, commentando le comunicazioni nella conferenza stampa di stamani del procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli. “Non ci sorprendono neppure i capi di imputazione – continua Franchi – ; abbiamo sempre sostenuto che ciò che è successo al deposito Eni di Calenzano fosse riconducibile ad una serie di errori assolutamente prevedibili ed evitabili. Quel luogo di lavoro è stato reso assolutamente pericoloso da chi aveva la responsabilità di garantire sicurezza ai lavoratori. Era palese e direi scontato che svolgere lavori di manutenzione in contemporanea al normale carico delle autocisterne esponeva i lavoratori del sito a ciò che poi drammaticamente è successo. Siamo certi che la magistratura porterà avanti il suo lavoro con grande impegno, come fatto finora, per rendere giustizia alle vittime e ai feriti di quella tragedia.”