Uccisi con l’eparina, ergastolo per l’infermiera: la Cassazione conferma la condanna

Fausta Bonino andrà in carcere
La Cassazione mette la parola fine sulla vicenda di Fausta Bonino: condannata all’ergastolo, come da richiesta del pg generale della Suprema Corte, Antonio Balsamo, dinanzi alla quinta sezione penale.
La donna, infermiera nel reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Piombino, fu arrestata il 30 marzo 2016 dai Carabinieri del Nas di Livorno, all’epoca diretti dal colonnello Gennaro Riccardi, coadiuvati dai colleghi dell’Arma del comando provinciale labronico, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Bonino, coinvolta nell’indagine, scaturita da una segnalazione della morte sospetta di un anziano, con emorragie diffuse non collegabili alle sue patologie, fu inizialmente ritenuta responsabile di 13 omicidi volontari, avvenuti negli anni 2014 e 2015, nei confronti di altrettanti pazienti tutti ricoverati
Un’inchiesta complessa, con l’accusa di aver provocato la morte di vari pazienti, ovvero attraverso l’iniezione letale, non per fini terapeutici, di eparina di un farmaco anticoagulante, riscontrata in alcuni casi, ancFahe 10 volte superiore rispetto a quelle compatibili con le consentite dosi terapeutiche.
I pazienti deceduti, uomini e donne di età compresa fra i 61 e gli 88 anni, in molti casi avevano patologie per le quali la somministrazione dell’eparina non rientrava nelle possibili terapie.
Condannata in primo grado, al tribunale di Livorno, assolta in Appello a Firenze, la Cassazione aveva annullato l’assoluzione e aveva chiesto un appello bis per quattro pazienti deceduti e dinanzi la Corte d’Assise d’appello, fu all’ergastolo.
Per Fausta Bonino, ora, si aprono le porte del carcere.