L'inchiesta sul disastro |
Cronaca
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Esplosione al deposito Eni: la Procura di Prato ordina una verifica su eventuali danni ambientali

12 febbraio 2025 | 09:45
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Esplosione al deposito Eni: la Procura di Prato ordina una verifica su eventuali danni ambientali

L’accertamento per stabilire la presenza di combustibile nel sottosuolo e nelle aree intorno all’impianto, ancora sotto sequestro

La Procura di Prato ha disposto una verifica su eventuali danni ambientali.

In merito allesplosione e conseguente incendio del deposito Eni, a Calenzano, avvenuto il 9 dicembre dello scorso anno, uno degli obiettivi che la Procura di Prato, diretta dal dottor Luca Tescaroli, si è prefissato, sin dal momento del disastro,  è costituito dalla messa in sicurezza dell’impianto, dove sono conservanti ingenti quantitativi di combustibile pari a circa 40.000 tonnellate.

“Un obiettivo – spiega il procuratore capo – strettamente correlato a quello dell’individuazione delle cause e delle eventuali responsabilità anche penali. Nel quadro dei complessi accertamenti in corso, abbiamo  conferito incarico di consulenza tecnica per individuare se l’evento e le condotte successive abbiano prodotto inquinamento ambientale. L‘esigenza è stata acuita dai verificati malfunzionamenti in seno all’impianto, che hanno comportato versamenti di combustibile, come si è accertato attraverso sopralluoghi effettuati”.

Si sta procedendo ad appurare la sussistenza della presenza di idrocarburi e di altre sostanze nocive nelle acque sotterranee e nelle aree circostanti al deposito – precisa Tescaroli – ivi compresi i canali di scolo, anche al fine di comprendere se sussistano responsabilità penali e se sia necessario effettuare una bonifica.Attività che implica la necessità imprescindibile del mantenimento del sequestro in atto.L’avvenuta cessazione delle operazioni di trasferimento di prodotto da e verso il deposito e delle attività commerciali in seno al deposito non ha diminuito la pericolosità del sito, permanendo sorgenti di rischio esterne, quali il rischio concreto da rottura (anche accidentale), il rischio sismico, il rischio meteorologico, geofisico, ceraunico (fulmini che cadono) e il rischio derivante da dissesti idrogeologici”.

Con l’esecuzione di un ulteriore provvedimento di perquisizione, ispezione e sequestro presso l’Eni – conclude il magistrato inquirente – si è concluso il percorso funzionale ad acquisire tutta la documentazioneidonea a effettuare le valutazioni in ordine all’individuazione delle cause del disastro, che ha comportato al morte di cinque persone e numerosi feriti, e alla individuazione di eventuali posizioni di garanzia con riferimento al disastro verificatosi”