L'indagine dell'Arma |
Cronaca
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Rissa in discoteca a suon di calci, pugni e lancio di bottiglie: denunciati 7 giovani

26 gennaio 2025 | 12:15
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Rissa in discoteca a suon di calci, pugni e lancio di bottiglie: denunciati 7 giovani

Per tutti il Dacur

La notte dello scorso Halloween, in una nota discoteca campese, per motivi ancora non chiari, forse per un apprezzamento di troppo ad una ragazza, due gruppi di giovani avventori, sette in totale, tutti italiani, si sono affrontati tra loro. La rissa è scoppiata nei bagni della discoteca con calci, pugni e lancio di bottiglie.

È stato l’intervento tempestivo dei Carabinieri allertati dagli addetti del locale a evitare conseguenze ulteriori. Nel parapiglia iniziale un dipendente del locale aveva riportato lesioni lievi. Sul posto sono intervenute più pattuglie dell’Arma che hanno fermato alcuni ragazzi,  che nella concitazione del momento erano intenzionati ad affrontarsi anche all’esterno del locale.

Da allora sono state avviate le indagini dei Carabinieri che hanno ricostruito la vicenda integralmente, condotte dalla Stazione Carabinieri di Campo Elba e dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Portoferraio.

Le attività investigative hanno permesso di individuare e poi compiutamente identificare i sette protagonisti della rissa; si tratta di giovani italiani in età compresa tra i 21 e i 28 anni, che si sarebbero affrontati davanti ai molti altri avventori del locale. Al termine delle approfondite attività per tutti i sospettati autori è scattata la denuncia per rissa aggravata, reato che annovera pene che possono raggiungere fino a i 6 anni di reclusione.

Data la gravità del fatto e considerato il livello di pericolosità sociale dei soggetti che potrebbero ripetere tali dinamiche, su proposta avanzata dai Carabinieri che hanno svolto l’intervento e le successive indagini, accolta dall’autorità di pubblica sicurezza competente, per i giovani è scattata anche la misura di prevenzione del divieto di accesso e stazionamento alla discoteca per un periodo compreso tra i 12 e i 18 mesi, emessa dal Questore di Livorno. Nel caso di violazione del divieto imposto dal provvedimento di Dacur potrebbero seguire pene sino ad anche un anno e mezzo di reclusione.