Esplosione al deposito Eni, due feriti ancora intubati e in pericolo di vita: a febbraio le prime perizie

Il dottor Tescaroli: “La custodia e la vigilanza viene assicurata dai vigili del fuoco fino al 30 gennaio”
Ancora gravissimi, in coma farmacologico e in pericolo di vita, due dei feriti in seguito all’esplosione del deposito Eni a Calenzano dello scorso 9 dicembre.
“Le indagini sino a oggi effettuate hanno consentito di stabilire che l’esplosione e l’incendio, verificatisi nel deposito Eni di Calenzano il 9 dicembre decorso, hanno determinato la morte di cinque persone e il ferimento di ventotto individui”.
Lo precisa, in una nota il Procuratore capo di Prato, dottor Luca Tescaroli precisando che ” dieci risultano avere subito le lesioni all’interno del deposito, presenti in quanto dipendenti diretti di Eni o di imprese che stavano svolgendo li le loro attività”.
Due dei feriti, purtroppo, continuano a essere in coma farmacologico, essendo intubati e ancora in pericolo di vita. “I sanitari -precisa Tescaroli – stanno procedendo alle manovre finalizzate al loro graduale risveglio, sempre che sia possibile”.
“Un’indagine complessa – prosegue il Procuratore capo – che ha il prezioso apporto dei militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale di Firenze, degli appartenenti all’ufficio di Prevenzione, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro (Pissl) dell’Ausl Toscana Centro Calenzano e Prato e dei vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Firenze, che sta assicurando dal 9 dicembre la custodia e la vigilanza del deposito Eni attività che assicurerà sino al 30 gennaio 2025, data individuata per l’ultimo sopralluogo che consentirà ai consulenti tecnici nominati da quest’ufficio di ultimare i loro elaborati per individuare le cause del disastro”.
Sono stati e verranno effettuati nuovi perquisizioni, ispezioni e sequestri per consentite di individuare eventuali posizioni di garanzia e responsabilità in relazione ai fatti verificatisi.