Viola la normativa antimafia: sequestrati beni per 220mila euro a un imprenditore boschivo

Sigilli a 1 immobile, 3 terreni, 2 autoveicoli, crediti commerciali e disponibilità finanziarie
I militari delle Fiamme Gialle di Firenze e Arezzo, su delega della Procura della Repubblica aretina, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni, emesso dal gip. nei confronti di un imprenditore boschivo di origine calabrese residente nella provincia.
L’uomo, condannato con sentenza definitiva dal tribunale di Catanzaro per estorsione “aggravata” dall’agevolazione e dal metodo mafioso, avrebbe omesso di comunicare nel tempo le variazioni del proprio patrimonio. Un obbligo di comunicazione normativamente previsto dal Codice Antimafia e finalizzato a monitorare, su un arco temporale decennale, gli investimenti di coloro che sono stati sottoposti, con provvedimento definitivo, ad una misura di prevenzione o, come in questo caso, ad una condanna per uno dei delitti commessi al fine di agevolare le attività delle associazioni mafiose.
Sulla base di tali premesse, la Finanza, con il Gico e il Nucleo Pef di Firenze hanno riscontrato, nell’ambito di specifiche indagini di polizia giudiziaria, che il destinatario del sequestro aveva acquisito un immobile e ceduto un’imbarcazione senza effettuare le previste comunicazioni alle Guardia di Finanza di Arezzo.
Pertanto, su delega della Procura della Repubblica di Arezzo, dopo aver provveduto ad individuare beni aggredibili in capo all’indagato, le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro, per un valore complessivo di circa 220.000 euro, 1 immobile, 3 terreni in Calabria, 2 autoveicoli, crediti commerciali, vantati dal medesimo quale titolare d’impresa, e disponibilità finanziarie. Il provvedimento cautelare emesso dall’Autorità Giudiziaria è finalizzato alla eventuale “confisca” di quanto in sequestro, nel caso di futura sentenza definitiva di condanna.