I sindacati della Penitenziaria rispondono al dottor Cornacchia: “Accuse gravissime che infangano”

“L’operato del San Giorgio risulta all’avanguardia nel panorama”
I sindacati della Polizia Penitenziaria replicano allo psicologo dottor Vito Michele Cornacchia, che ieri, ha dato notizia alla stampa delle proprie dimissioni dal carcere lucchese San Giorgio.
“Manifestiamo la nostra irritazione e delusione per il pensiero manifestato a mezzo stampa dal Dottor Vito Michele Cornacchia – si legge nella nota congiunta a firma del Sappe, Sinappe, Osapp, UilPa e Cisl -. Innanzitutto preme in questa sede rimarcare la profonda lesività del linguaggio adoperato, irriguardoso nei confronti di questo Corpo e dell’Amministrazione che rappresenta la quale peraltro, a dispetto delle affermazioni riportate, si adopera costantemente per contrastare il triste fenomeno della sofferenza psicologica affrontata dai ristretti. In tal senso, l’operato della Casa Circondariale di Lucca risulta all’avanguardia nel panorama del Provveditorato di competenza, poiché mette a disposizione un intero reparto al fine di fornire ai detenuti un’area dove svagarsi, affrontare percorsi formativi e soprattutto avere colloqui con un’ampia selezione di figure professionali alle quali vengono garantiti spazi idonei per conoscere i ristretti, sostenerli e avviare con gli stessi progetti per il loro futuro. Stante comunque la peculiarità del luogo carcere in generale e in particolare della struttura lucchese, è necessario contemperare queste fondamentali esigenze con l’altrettanto indispensabile dovere di garantire l’ordine e la sicurezza in primis dei detenuti ma anche degli stessi operatori civili. Da qui, l’imperativo di dover porre un limite sia temporale sia spaziale alla fruizione dei colloqui, evitando che possano protrarsi nelle ore serali quando la ridotta visibilità renderebbe più perigliosa la movimentazione dei detenuti e circoscrivendoli all’area trattamentale appositamente adibita al fine di scongiurare potenziali rischi di evasione”.
“Queste – aggiungono le sigle sindacali – non sono “stupide regole” ma condizioni necessarie dettate dal particolare contesto in cui gli operatori si trovano a svolgere il proprio nobile compito. Si rammenta inoltre che le doglianze manifestate dal dottor Cornacchia sono prive di fondamento. In primo luogo lo stesso arroga a sé il possesso del vecchio ufficio il quale certamente non è di sua proprietà bensì della Amministrazione ufficio al quale la stessa gli aveva sì concesso la possibilità di appoggiarsi ma che imprescindibili esigenze organizzative avevano reso indispensabile ridestinare ad altro scopo. Ci risulta che egli quindi non sarebbe stato “cacciato” bensì riassegnato dalla Direzione ad un altro locale sul quale, peraltro, è possibile per gli operatori di Polizia Penitenziaria effettuare un miglior controllo, ancora una volta ben tenendo presente il proprio dovere istituzionale di garantire la sicurezza e la incolumità di tutti coloro che a qualsiasi titolo accedono alla struttura. In secondo luogo, l’attenzione prestata al benessere psicologico dei ristretti è corroborata da incontrovertibili dati statistici che dimostrano un sensibile calo degli eventi critici a seguito della nuova gestione, di cui sopra si è dato brevemente conto, delle attività trattamentali dei detenuti.
Dati che, di seguito riportati, smentiscono inconfondibilmente in toto quanto riportato dal medico alle testate giornalistiche in favore della Direzione che attraverso il profondo senso del dovere, spirito di corpo e profondo lavoro da parte della Polizia Penitenziaria e di tutti gli operatori che ruotano intorno al “mondo carcere” è riuscita in un anno quasi a dimezzare il numero degli eventi critici: nel 2022 435 , nel 2023 254″.
“I nostri sindacati – concludono – trovano biecamente strumentali e pretestuose le affermazioni del dottor Cornacchia quando sostiene che “si parla di aumentare le ore e la presenza degli psicologi per la grave situazione dei suicidi in carcere” nonché quando afferma che “la sera è il momento più vulnerabile per chi pensa di togliersi la vita”.Pur essendo queste affermazioni intrinsecamente inconfutabili, cozzano vistosamente con l’operato di chi le ha pronunciate, il quale se veramente avesse avuto a cuore la sua missione avrebbe garantito la propria presenza in molti più dei pochi giorni a settimana in cui si recava in istituto dove avrebbe avuto a disposizione intere giornate anziché concentrare tutto il lavoro in pochissime ore dal momento che certamente le persone ristrette non attendono la sua presenza per ideare gesti anticonservativi. Ci rammarichiamo sentitamente per le gravissime accuse mosse dal dottor Cornacchia che infangano il lavoro dell’Amministrazione e delle persone che per essa lavorano e si riservano di valutare la possibilità di adire le vie legali per tutelarne l’immagine e difenderne l’operato”.