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Cronaca
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Finì in un campo di lavoro durante la Guerra, Bruno festeggia 100 anni

2 dicembre 2024 | 12:30
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Finì in un campo di lavoro durante la Guerra, Bruno festeggia 100 anni
Finì in un campo di lavoro durante la Guerra, Bruno festeggia 100 anni
Finì in un campo di lavoro durante la Guerra, Bruno festeggia 100 anni

Innamorato della vita e con grande senso del dovere, fa ancora fatture elettroniche e il bagno al mare d’inverno

Classe 1924, carattere riservato quanto basta, uomo del fare più che del parlare, innamorato della vita e del suo lavoro ma soprattutto della sua famiglia: Bruno Beconcini è un nuovo centenario di Empoli.

Un secolo di storia portato alla grande, Bruno è stato festeggiato domenica 1 dicembre 2024 con ben due feste organizzate a sorpresa dalle figlie, nipoti e parenti tutti: prima il pranzo al ristorante e la sera, festa lungo la via col vicinato come in tempi di gioventù. Ad omaggiarlo con un dono floreale e una pergamena ricordo, è stato l’assessore Adolfo Bellucci in rappresentanza dell’amministrazione comunale.

Se volessimo raccontare Bruno con un aneddoto di lunga vita, potremmo farlo attraverso il suo piacere di mangiare bene e con gusto. Bruno ha origini vinciane e contadine, personalità forte che ha affrontato e guardato in faccia il dolore della guerra. Preso dai tedeschi e portato in un campo di lavoro, riuscì a fuggire durante un temporale grazie all’aiuto della madre. Un episodio che lo ha segnato profondamente e che racconta spesso come l’essere stato sfollato e aver visto episodi di violenza anche sulle donne. La guerra non si può dimenticare.

“Mio padre è un uomo che ha costruito la sua tranquillità in vecchiaia grazie al suo lavoro e a mia madre, Alda, colonna portante della famiglia – racconta una delle due figlie di Bruno, Elena -. Un legame di amore lungo settant’anni. Lei pagnanese si conobbero a comprare il latte a Bassa. Mia madre era una brava sarta e poi si dedicò interamente alla famiglia. Dopo la guerra mio padre ha svolto studi professionali che lo hanno portato a fare, prima, l’impiegato alla Vetreria Saves e dopo come ragioniere alla Lelli, azienda di filati. Nel ’55 ottenne l’abilitazione professionale e nel 1965 si è iscritto all’Albo dei Consulenti del Lavoro. Cominciò così a lavorare da libero professionista, aprendo il suo ‘primo’ studio, quel filo rosso che ha unito un po’ tutta la nostra famiglia e che ancora oggi viene portato avanti. Io sono avvocata specializzata in diritto del lavoro, mia sorella Daniela e mia nipote sono consulenti del lavoro. Alla domanda quali sono state e sono tutt’oggi le passioni di mio padre, la risposta è semplice: il lavoro, mio padre continua a fare fatture elettroniche e non solo, l’Empoli Calcio e il mare dove faceva il bagno d’inverno fino a tre anni fa”.

Bruno ha due nipoti, Costanza e Guido a cui è molto legato. Una vita portata avanti con il ‘piglio’ giusto, ha affrontato e superato anche situazioni di salute importanti. Una persona di ‘quel tempo’ a cui nessuno ha regalato niente ma che con forza e solo grazie al suo lavoro si è elevato e che oggi può vivere tranquillamente i suoi cento anni insieme alla sua adorata famiglia.