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Riti sciamanici e allucinogeni letali: l’arrestato evade e torna in carcere

14 ottobre 2024 | 12:45
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Riti sciamanici e allucinogeni letali: l’arrestato evade e torna in carcere

Era ai domiciliari col braccialetto elettronico

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Livorno hanno arrestato un 30enne di origini del Nord Africa in esecuzione ad un provvedimento di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico cui era stato sottoposto da tempo per vicende legate allo spaccio di stupefacenti fra cui anche alla recente operazione denominata “Mexal”, con cui i Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno hanno contrastato e bloccato un fiorente giro di spaccio che interessava oltre alla provincia labronica altre province toscane ed italiane di altre regioni nonché importazione di sostanza dall’estero.

In particolare, l’uomo si trovava sottoposto a tale misura a seguito dell’arresto nel corso dell’ultima operazione condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno.  Si tratta dell’articolata attività di polizia giudiziaria che, oltre a disvelare traffici di sostanze stupefacenti nella provincia labronica ed in altre province toscane ed italiane, ha messo in luce un aspetto di novità negli ambienti labronici legati agli illeciti afferenti alle sostanze psicotrope in genere ovvero all’importazione dall’estero ed in particolare dal Sudamerica delle. “droghe amazzoniche” quali mescalina, kratom, sudore di rospo, estratto del peyote e sarebbe emersa anche la “ayuaska” (anch’essa sostanza allucinogena estratta dalle piante), al fine di essere utilizzate da alcuni indagati anche per inscenare dei “riti sciamanici” in compagnia di sodali dediti all’assunzione di psicotropi. Si tratta di droghe di nicchia, non emerse prima d’ora alle cronache nell’area labronica. La loro letalità ai danni dell’organismo umano non è da trascurare, anzi. Risale infatti a pochi mesi fa la triste vicenda che ha riguardato un giovane 25enne della provincia di Venezia trovato privo di vita dopo l’assunzione di sostanze psicotrope del genere (anche ayuaska) non lontano da un’abbazia ove si era da poco inscenato un rito sciamanico al quale il ragazzo aveva partecipato.

Il 30enne di origini nordafricane, peraltro ampiamente noto per i suoi pregiudizi in materia di droga, aveva già manifestato insofferenza al rispetto delle prescrizioni e recentemente era stato arrestato per evasione dai medesimi militari poiché si era allontanato dal domicilio arbitrariamente.

L’autorità giudiziaria ha quindi rivalutato la sua posizione e, sulla base dell’informativa dei militari, ha emesso nei suoi confronti il provvedimento più afflittivo della custodia cautelare in carcere, unico rimedio ritenuto idoneo per evitare che l’uomo possa reiterare condotte illegali. Pertanto è stato tratto in arresto dai carabinieri per il reato di evasione e portato nel carcere delle Sughere di Livorno.

I carabinieri della Stazione di Castagneto Carducci invecehanno denunciato una 32enne domiciliata in zona, poiché gravemente indiziata di furto aggravato di un cellulare. Secondo la ricostruzione dei militari, la donna, con molti precedenti all’attivo e non nuova a simili condotte, si sarebbe fatta dare un passaggio in auto dalla signora, che stava transitando in via Umberto I in quel Comune, attirandone l’attenzione agitando le braccia. La donna l’ha accompagnata fino a Donoratico, dove la ragazza aveva riferito di essere diretta, e poi ha proseguito il percorso. Solo a quel punto la donna si è accorta di non essere più in possesso del cellulare, che aveva con sé in auto fino a pochi istanti prima recandosi dai carabinieri della stazione per denunciare l’accaduto. Le indagini sono state tempestivamente avviate, è stata eseguita una minuziosa ricostruzione di tutta la vicenda, interpolando gli elementi con accertamenti investigativi ad ampio spettro fra tutti i soggetti noti gravati da pregiudizi unite ad estrazioni e confronti di immagini. Al termine delle approfondite attività dei carabinieri, anche grazie alla profonda conoscenza del territorio, è stata individuata la sospetta responsabile del furto. La stessa è stata pertanto rintracciata e deferita per furto aggravato del dispositivo mobile.