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“Era povero e malato”, gli ultimi giorni di Saed morto nel container

30 agosto 2024 | 13:15
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“Era povero e malato”, gli ultimi giorni di Saed morto nel container

Il sindacato Asia Usb e Brigata mutuo sociale per l’abitare spiegano di aver aiutato l’uomo

“Non era né un balordo né un criminale. Saed era un immigrato, povero e malato”. Aveva una vita, degli amici e un nome prima di diventare il cadavere trovato in un container a Viareggio. A raccontare un po’ di Saed e dei suoi ultimi giorni sono Asia Usb e Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare.

Si presentò – lo ricordano – ad un nostro sportello sindacale: era disperato perché dormiva per strada. Ci disse subito che aveva problemi di salute: diabete e cardiopatia. Cercava un posto dove stare. Ci propose di mettere una roulotte nell’ex Sars e noi lo aiutammo non avendo niente di meglio da offrire. Nella sua sua roulotte si era risistemato con molta dignità. Non è morto da molto tempo: ha frequentato nostre iniziative fino a pochi giorni fa. Lo abbiamo visto per esempio alla Festa dei Partigiani in pineta di levante il 14 agosto”.

La parola più esatta che descrive la sua situazione, aggiungono, “è povertà. I poveri sono dimenticati, abbandonati e molto spesso vivono in condizioni di salute pessime. L’emergenza abitativa di questa città, il continuo depotenziamento della nostra sanità aggravano le condizioni di vita di queste persone. Non siamo di fronte ad una storia di cronaca nera e nemmeno di fronte all’ennesimo numero da mettere in qualche statistica. Siamo di fronte a un dramma: la morte di un uomo. Saed da alcuni giorni non rispondeva alle telefonate di suoi connazionali e nemmeno nella nostra chat.

Ieri la tragica notizia che ci ha riempiti di dolore. Saed era una persona mite, disponibile e nonostante la sua povertà anche generosa. Lo abbiamo apprezzato e lo ricorderemo per sempre.Ci auguriamo adesso che possa avere una degna sepoltura e che non accada quello che è accaduto. Il dovere morale di intervenire su questa vicenda, e il dovere di restituire a Saed quella dignità che merita e che lui non ha perso dormendo in una roulotte”.