A 25 anni salva un uomo dal suicidio: “Ho saltato il guard rail e l’ho afferrato, poi ci siamo abbracciati in lacrime”

“Ho semplicemente fatto quello che mi sentivo lì per lì, mi è venuto spontaneo”. Giglioli: “Credo sarà necessario dedicare a questo ragazzo un momento”
“Ho semplicemente fatto quello che mi sentivo lì per lì, mi è venuto spontaneo, anche se mi sono sorpreso un po’ di me stesso, dopo”. Sono queste le parole con le quali il giovane Michael Casalini, 25enne di Ponte a Egola, racconta gli attimi convulsi nei quali quasi due settimane fa ha salvato la vita ad un uomo che stava per buttarsi dal ponte fra Santa Croce sull’Arno e San Miniato.
Una storia fortunatamente a lieto fine, in cui la prontezza di riflessi e un po’ di sangue freddo hanno fatto la differenza. Storia che lui, protagonista, racconta un po’ incredulo, raggiunto al telefono, solo molti giorni e in nome di una merce sempre più rara, la modestia. Il tutto si è svolto la sera del 2 agosto, quando Michael, passando per un giro di consegne in qualità di rider, nota un uomo seduto sul guardrail, piedi al marciapiede, che guardava in direzione del fiume.
“Andando verso San Donato, all’altezza del semaforo con la mia ragazza, io questa persona l’avevo già notata distrattamente – racconta – ma in quel momento era dietro il parapetto e non sembrava in pericolo. E’ stato solo un’ora dopo, dopo una serie di consegne e dopo cena, che ho trovato il ponte intasato dalle auto e mi sono fermato”. Erano ormai le 21,30 circa e già alcune persone si erano fermate e stavano cercando di convincere l’uomo, ormai appollaiato sul parapetto, a non compiere gesti estremi. “C’erano alcuni passanti ma non sapevano cosa fare, questa persona le teneva a distanza ed è lì che l’ho riconosciuta – ricorda –. Ho provato anche io a parlarci ma onestamente non ricordo di essere riuscito a sentire la sua voce. Sbracciava, non voleva che ci avvicinassimo e non diceva granché”.
E’ a quel punto che Michael ha preso coraggio, approfittando di un momento in cui l’uomo si era distratto, dando le spalle alla strada e guardando il fiume. “Lì per lì scatta qualcosa, non ho avuto paura. Anche in passato mi sono trovato una situazione simile, durante un incidente, e so di reagire abbastanza bene. Mi ricordo solo che nel momento in cui ho saltato il guard rail mi è venuto di pensare: ‘e se adesso non lo prendo? E se non faccio in tempo?’. E’ stato l’unico momento di timore – racconta –. Ho preso la rincorsa, approfittando di un momento in cui guardava ci ha dato le spalle, ho saltato il guard rail e l’ho afferrato, a quel punto mi han dato una mano tutti a tirarlo dentro”.
Gesto d’istinto che quasi sicuramente, anche a detta di chi è intervenuto successivamente, ha salvato la vita a quest’uomo. Che solo dopo quegli attimi, dopo l’adrenalina, ha abbracciato il suo soccorritore. “Dopo tremavo come una foglia, mi veniva da piangere – racconta il pontegolese –. Nel frattempo per caso era passata un’ambulanza e i soccorsi sono arrivati. Uno dei soccorritori ha spiegato a questo ragazzo che ero stato io a salvarlo. Ci siamo abbracciati, in lacrime. Tempo dopo ho provato a sentire le autorità perché mi piacerebbe sapere come sta, credo che il suo caso sia stato preso in carico da qualcuno”.
Nonostante i tentativi, Michael non è più riuscito dopo quella sera a sapere che fine ha fatto l’uomo che ha salvato. Intanto, però, il comune di San Miniato è venuto a conoscenza dei fatti. “Credo sarà necessario dedicare a questo ragazzo un momento, per riconoscere il sangue freddo e la prontezza di riflessi – dice il sindaco sanminiatese Simone Giglioli –. Fa piacere sapere che nella nostra comunità vi è questa ‘meglio gioventù’, che in momenti simili non si volta dall’altra parte”.