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Vuole tenersi il figlio da sola ma il tribunale glielo toglie: battaglia legale della madre

18 luglio 2024 | 16:15
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Vuole tenersi il figlio da sola ma il tribunale glielo toglie: battaglia legale della madre

Il legale Elisa Innocenti del Foro di Firenze sta predisponendo reclamo contro il provvedimento

Una storia delicata, che ha quasi dell’incredibile, quella avvenuta al Noa di Massa dove una mamma ha deciso di partorire. 

Alla giovane donna, che ha dato alla luce il figlio alla fine dello scorso mese di giugno –  il servizio sociale ha tolto il figlio, portandolo in una struttura protetta. Questo in base a un decreto emesso dal tribunale per i minorenni di Genova, competente territorialmente per la provincia apuana, dopo un ricorso presentato dalla Procura di Massa, a seguito della segnalazione dell’azienda sanitaria. 

“Ritenuto che dagli atti – segnalazione della Asl Toscana Nord Ovest –  emerge una condizione di possibile abbandono morale e materiale del minore – si legge nella richiesta a firma del pm Francesca Ghiglione -, ritenuto che dalla segnalazione emerga una situazione confusiva, l’assenza di concreta progettualità della madre, la quale appare in una condizione di grave fragilità, con conseguente ricadute sulle sue capacità di protezione del minore, si chiede l’apertura di procedura di adottabilità, il divieto di dimissioni del minore, l’affido urgente al Servizio Sociale e la nomina di un curatore”. 

Richiesta del pm a cui a fatto seguito la pronuncia dei giudici togati Manuela Casella e Claudia Seddaiu e dei giudici onorari Claudio Mercenaro e Ornella Romano, riuniti in camera di consiglio: “Ritenuto che la psicologa dell’ospedale relaziona che la madre nella sua esposizione dei fattiappare confusa (“… riferisce molti contenuti, ma di fronte a domande più specificheapparetalvoltanondeltuttochiaraerispettoalrapportoconilpresuntopadre,appareincoerenzatracomunicazioneverbaleefatti”,inquantorifiuterebbelamessainprotezione ma continuerebbe a riferire di avere timori nei confronti del compagno,coinvolgendolo poi in tutto il percorso legato alla gravidanza e alla nascita del bambino.Infine, la psicologa aggiunge che la paziente “appare emotivamente provata, ma non deltuttoconsapevole sul riconoscimentodellesueemozioni edicomegestirle”) si rende doverosol’affidodelminoreall’enteterritorialmentecompetenteaffinché,incollaborazioneconlestrutturespecialistichecheprovvederà direttamente a incaricare, inviando il presente decreto se necessario,provvedaadeseguiregli incarichiindicati nellapartedispositiva, che si debba nominare alminoreuncuratorespecialeinpersonadell’avvocatoMonicaGhiloni del Forodi Massa”.

Nel contempo i giudici minorili hanno anche stabilito che sianecessario,peraltro,nellemore,verificareinconcretoqualesialavolontàdellamadredirecuperareunagenitorialitàadeguata,prevedendouninserimentoprotettivodellamadre/figlio in idonea comunità  e che debba essere previsto, comunque, che, nel caso in cui la madre rifiuti lacollocazione comunitaria, il neonato debba essere, nelle more degli accertamentioccorrenti, collocato in protezione da solo, con regolamentazione, in questo caso, di incontri protetti con lamadre,oltre checonil padre, nelcaso in cuiquesti riconoscailfiglio, che lamadreeancheilpadre dovericonoscailfigliodebbanoessereinviatialConsultoriofamiliareoanalogoServizioSpecialisticoperesseresottopostiavalutazionedel funzionamento genitoriale”. Vietato, anche, l’espatrio del neonato, che, però, ad oggi, risulta riconosciuto regolarmente dalla madre. 

Entrambi, madre e padre, dovranno presentarsi al tribunale per i minorenni di Genova all’udienza fissata per il 4 settembre con “l’avvertimento che la mancata comparizione, senza giustificato motivo, potrà essere valutata ai fini della pronuncia di adottabilità”.

La donna, intanto, ha nominato come suo difensore di fiducia l’ avvocatessa Elisa Innocenti del Foro di Firenze che sta predisponendo reclamo contro il provvedimento del tribunale minorile.  

“La mia assistita non aveva ricevuto nessuna notifica del provvedimento del tribunale minorile se non ieri – ci tiene a precisare il legale – e si è trovata in una situazione di sbando, non riuscendo a capire il motivo per cui lei fosse stata dimessa e il figlio, invece, no”. 

In poche parole, spiega la difesa, la giovane madre ha creduto di essere protetta nei confronti di un uomo, invece si è trovata in una situazione paradossale. Le è stato detto, dopo la nascita del piccolo, che lei poteva andare via, ma il bambino non poteva uscire. Lei non capiva se vi fossero problemi di salute, e le è stato risposto che il bambino non poteva portarlo via.

“Ci tengo a ringraziare la polizia, in particolare il personale del posto fisso dell’ospedale di Massa – le parole della neo mamma – che in questi giorni mi ha sostenuto dandomi supporto”.