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Truffa ai danni dello Stato, il sindaco di Vagli Sotto Mario Puglia condannato a tre anni

14 giugno 2024 | 11:30
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Truffa ai danni dello Stato, il sindaco di Vagli Sotto Mario Puglia condannato a tre anni

Il giudice accoglie le richieste del pm. La difesa del neo eletto primo cittadino annuncia ricorso in Appello

Tre anni per truffa ai danni dello Stato. E’ questa la sentenza pronunciata dal giudice del tribunale di Lucca, Giuseppe Pezzuti nei confronti di Mario Puglia, neoeletto sindaco di Vagli Sotto. Il primo cittadino del comune montano della Garfagnana è stato condannato a pagare 200 mila euro all’Inps e 100mila euro all’Inail, a conclusione di un processo che lo ha visto alla sbarra, assistito dal legale Enrico Marzaduri. Il giudice ha accolto in pieno la richiesta del pm Antonio Mariotti, titolare dell’indagine che ha portato Puglia sul banco degli imputati. La difesa attende di leggere le motivazioni della sentenza ma annuncia già che sarà presentato ricorso in Appello contro una condanna ritenuta ingiusta nei confronti del primo cittadino di Vagli Sotto.

L’accusa era stata formulata nell’ambito di una indagine relativa alla pensione d’invalidità ottenuta dal Puglia e che secondo l’accusa sarebbe stata percepita senza essere dovuta. In particolare erano finiti all’attenzione della procura i certificati d’invalidità rilasciati a Puglia a seguito di tre infortuni sul lavoro quando l’attuale sindaco era guardiano della diga Enel di Vagli, alla fine degli anni 80. Stando a quei documenti – che per l’accusa sarebbero stati manomessi -, Puglia avrebbe una invalidità riconosciuta per deficit cognitivo e patologie da trauma. Secondo le accuse mosse dal pm, tuttavia, quei certificati sarebbero stati ritoccati alla macchina da scrivere e quindi non validi ai fini del percepimento della pensione d’invalidità.

Opposta la tesi della difesa, rappresentata in aula dall’avvocato Marzaduri, il quale nella precedente udienza aveva chiesto l’assoluzione con formula piena di Puglia, perché estraneo ai fatti contestati dall’accusa. Secondo il legale, infatti, non ci sarebbero prove per dimostrare che quei certificati siano stati ritoccati dal neo primo cittadino e che i documenti sono stati rilasciati regolarmente dall’Inail.

Certificati derivati, come ha ricapitolato la difesa, da tre distinti incidenti di cui sarebbe stato vittima Puglia, nell’arco di circa 36 mesi nel suo ruolo di guardiano della diga.