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Cronaca
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Scommesse sugli sport virtuali, maxi risarcimento a Snaitech da un concessionario

14 giugno 2024 | 11:15
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Scommesse sugli sport virtuali, maxi risarcimento a Snaitech da un concessionario

Per il giudice l’azienda con cui era stato stipulato un contratto non avrebbe rispettato i patti provocando una contrazione del giro d’affari per la società di Porcari

L’agenzia pugliese di scommesse sugli sport virtuali non mantiene i patti definiti nella concessione: condannata al risarcimento.

La Snaitech e la Snai di Porcari hanno avuto ragione in primo grado, davanti al tribunale di Lucca di un’azienda con sede in provincia di Taranto.

Il noto marchio italiano di scommesse ha chiesto la risoluzione della concessione e una somma, di poco superiore ai 225mila euro, a titolo di penale. La Snai e l’agenzia pugliese avevano infatti stipulato nel 2013 con un’azienda un contratto per la commercializzazione di giochi pubblici, scommesse su eventi virtuali, gestione del gioco lecito e diffusione promozione dei giochi pubblici a distanza. Una nuova società aveva poi acquisito il ramo di azienda ma questa aveva progressivamente, secondo le accuse, dismesso le attività di gioco, determinando una notevole contrazione dei proventi alla casa madre.

Secondo quanto ricostruito dalla Snai, in seguito, la concessionaria avrebbe simulato una grave crisi aziendale per eludere le penali stabilite dal contratto. L’eccezione dell’agenzia parlava invece di una riduzione degli introiti causata dalla pandemia negli anni 2020 e 2021. In ogni caso l’azienda ha chiesto al giudice, in caso di soccombenze, la riduzione della penale e in via riconvenzionale il pagamento della somma di circa 18mila euro di corrispettivi dovuti per la promozione del gioco a distanza da gennaio a maggio 2022.

In tribunale è stata provata nei fatti una riduzione notevole del volume di affari sia per le scommesse, sia per i videopoker e i giochi a distanza installati nel punto Snai tarantino.

Il giudice, Giacomo Lucente, ha quindi ritenuto corretta la richiesta di rescissione del contratto con richiesta di penale che secondo il giudice sarebbe stata calcolata correttamente da parte della parte attrice. Alla somma richiesta, però, vanno effettivamenti sottratti i  corrispettivi maturati da gennaio a maggio 2022.
L’azienda tarantina, dunque, dovrà versare quasi 209mila euro e dovrà pagare praticamente le intere spese di lite e 10mila euro di compenso professionale agli avvocati della Snai.