Noci imbottite di hashish nel pacco per il detenuto

Lo rende noto il Sappe
Tentano di introdurre droga nel carcere di Porto Azzurro con un pacco: la Penitenziaria trova le noci imbottite di hashish.
Lo rende noto il sindacato Sappe.
Il destinatario del pacco era un giovane detenuto italiano di origini pugliesi.
“Spesso – spiega la sigla sindacale – il personale si trova difronte a tali escamotage per l’occultamento di stupefacenti ed altro materiale non consentito, ma grazie al personale opportunamente formato e alle recenti tecnologie a disposizione, è possibile sventare tali introduzioni”.
“Un plauso ai colleghi – aggiunge Francesco Oliviero e allo spirito di abnegazione dimostrato ancora una volta. Ma vogliamo evidenziare il profondo cambiamento della struttura insulare, dovuto a scelte da parte dell’Amministrazione Regionale di assegnare detenuti con profili, a nostro modesto parere, da Casa Circondariale e non da Reclusione. In una casa di Reclusione dovrebbero essere ristretti utenti con pene detentive lunghe e sui quali poter costruire progetti rieducativi. Purtroppo assegnare soggetti con pene brevi e con reati collegati allo spaccio di stupefacenti sta snaturando le finalità dell’Istituto elbano. Pertanto, si richiede all’Amministrazione Regionale di rivedere il proprio modus-operandi al fine di salvaguardare la sicurezza”.
Donato Capece rilancia il grido d’allarme del personale di Polizia in servizio nel carcere di Porto Azzurro, sulle gravi e critiche condizioni operative in cui prestano servizio i Baschi Azzurri: “il problema dell’ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi”