Battistini (Pd): “Minori non accompagnati, il governo cessi di accanirsi contro le Ong”

21 maggio 2024 | 17:45
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Battistini (Pd): “Minori non accompagnati, il governo cessi di accanirsi contro le Ong”

Il membro della segreteria regionale dem: “Al porto di Marina di Carrara sono arrivati 38 bambini, di cui 29 senza genitori ma hanno dovuto attendere 4 giorni a causa del capriccio di chi pensa di consolidare il proprio consenso politico sulla pelle degli ultimi”

“Non sembra esserci limite ai quotidiani atti di disumanità verso le persone migranti che le scelte del governo, in barba alle norme del diritto marittimo, impongono. Sì, perché non solo il Viminale sta impedendo ai naufraghi di raggiungere un porto sicuro nel tempo ragionevolmente più breve possibile, ma si accanisce persino contro le Ong che trasportano minori non accompagnati con urgenza di ricevere cure sanitarie”. A dirlo è Francesco Battistini, componente della segreteria regionale del Pd, con delega alle politiche migratorie, riferendosi ad un fatto accaduto a Marina di Carrara.

“Ieri, al porto di Marina di Carrara – scrive Battistini – sono arrivati 38 tra bambini e bambine: 29 di loro hanno affrontato il mare da soli, senza un adulto di riferimento; 2 sono neonati, rispettivamente di 4 e 6 mesi, con problemi respiratori. A bordo dell’imbarcazione Humanity One c’erano anche 4 donne e 28 uomini, per un totale di 70 esseri umani che, dopo essere stati soccorsi nel Mediterraneo tra giovedì e venerdì scorso, hanno dovuto sopportare altri quattro inutili giorni di navigazione per il capriccio di chi pensa di consolidare il proprio consenso politico sulla pelle degli ultimi e se è nera, tanto meglio. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai ripetuti atti di cinismo che il governo italiano sta esercitando per prolungare, con estrema cattiveria, le sofferenze di chi affronta il pericolo di un viaggio in mare su mezzi inadeguati, a costo anche della vita, che tuttavia rappresenta almeno una speranza di futuro rispetto alle situazioni dalle quali si fugge. Così come forte è la nostra indignazione verso una prassi che sfiora il persecutorio verso le Ong: costringere le navi che salvano vite umane a raggiungere porti lontani ha comportato nel 2023 ben 150mila chilometri percorsi in più in mare, con chiare ripercussioni sui costi sostenuti e sul soccorso offerto. Se il numero in sé non dicesse niente, si consideri che 150mila chilometri sono quasi quattro giri completi della Terra seguendo la linea dell’equatore o ben 18 viaggi, andata e ritorno, da Roma a Pechino. Allungare le distanze significa allungare i tempi e allungare i tempi significa perdere vite umane in mare. È urgente restituire dignità a chi soccorre, facilitandone le operazioni, tanto più se le persone soccorse sono bambini piccolissimi e malati”.