L’ex calciatore professionista in Russia per le vacanze in famiglia: “Con la guerra nessun rincaro di beni e servizi”

Giorgio Eritreo racconta la sua esperienza: “Lo stop all’export per gli embarghi ha limitato l’arrivo di alcuni prodotti, ma i residenti non si sono persi d’animo: fanno anche il pecorino romano”
Giorgio Eritreo, romano di nascita, 58 anni, ex bandiera del Viareggio (che ha fatto parte delle giovanili della Roma ed è stato convocato in prima squadra durante il ritiro precampionato, calciatore professionista, ha giocato, oltre nel Trento, nel Varese, nella Ternana, nello Spezia, dove è stato, a metà degli anni Novanta un “mastino di centrocampo”) in Versilia, a Forte dei Marmi, è stato direttore sportivo, e proprio nella cittadina costiera è noto il Summer Camp, di cui era responsabile, e dove giocavano a calcio i bambini russi che, durante le vacanze estive, erano lì in villeggiatura.
Con i suoi occhi azzurri, trasparenti, nella sua vita ha fatto innamorare, tante donne, ultima la moglie, che vive in Russia, e dalla quale ha avuto due bellissime figlie, ora di 11 e 9 anni, che spesso, anche per le prossime vacanze pasquali, va a trovare.
Hai doppia cittadinanza e passaporto russo?
“No, non ho doppio passaporto. Ma con il visto vado senza problemi, per il momento…”.
Com’è la tua vita di italiano in Russia? Ti trovi bene? Come hai imparato la lingua?
“Ho iniziato a parlare russo diversi anni fa quando al Summer Camp di Forte dei Marmi sono entrato in contatto con molti bambini russi, a quel punto ho ritenuto necessario studiare un pò. Successivamente ho incrementato la conoscenza della lingua recandomi a Mosca dove per diversi anni ho svolto dei corsi di calcio e di lingua italiana sul posto. Non è stato facile all’inizio, poi però la capitale russa è diventata la mia seconda casa e nonostante tutto mi ci trovo molto bene. Le mie figlie vivono li e hanno un’ottima educazione scolastica e artistica. Gli italiani che conosco e che vivono a Mosca sono integrati e soddisfatti, son ben visti, diciamo così”.
I russi, come vivono dopo lo scoppio del conflitto con l’Ucraina? Cibo, bollette, la vita quotidiana, è cambiata per il popolo?
“La quotidianità non è stata stravolta all’interno, e non ci sono stati rincari dei consumi e dei servizi. Di contro negli ultimi 15 anni il rublo si è svalutato molto e oggi vale quasi la metà rispetto a prima, il che a me comporta un maggiore potere di acquisto, che non dispiace. Di contro c’è da dire che a seguito dei vari embarghi alcuni brand hanno interrotto le esportazioni verso la Russia, con la conseguenza che alcuni prodotti di fabbricazione occidentale sono meno reperibili. Ma i russi non si perdono d’animo: pensa che hanno creato anche un caseificio dove producono il pecorino romano… io che sono di Roma non ho trovato alcuna differenza”.
Come definiresti Mosca in generale? E rispetto a San Pietroburgo?
“Mosca è un mondo a sè e nei russi vive un profondo nazionalismo. Personalmente non ho mai enfatizzato tutto ciò però devo dire che se si rispetta si viene rispettati e questo consente di apprezzare gli aspetti positivi, della città e della gente. San Pietroburgo o Peter come la chiamano li, è più tranquilla come città rispetto a Mosca. Sono comunque due luoghi molto belli, e molto freddi”.
Ci sono, secondo te, degli stereotipi che portano gli italiani a “guardare” la Russia con sospetto, timore o diffidenza?
“Sì, ce ne sono. Le persone rispetto a noi hanno un modo di fare molto più diretto e schietto. A noi può risultare anche un po’ brusco e questo se non viene approfondito non ci mette a nostro agio portandoci a percepirlo come maleducazione. Per quanto riguarda la Russia e la sue politica estera ovviamente i nostri principi e i nostri stereotipi sono meno “accomodabili” ed è comprensibile che la ridefinizione dei propri confini trovi meno giustificazioni legittime ai nostri occhi”.
Cosa ne pensi della questione Ucraina?
“La questione ucraina ha radici storiche ma anche risvolti geopolitici più attuali. Non sono onestamente ferrato abbastanza per approfondire questi due aspetti e mi affido a chi ha più competenze. Le drammatiche conseguenze purtroppo però ci dicono che a farne le spese sono i cittadini ucraini che in questo momento vivono sotto i continui bombardamenti. Le origini di questa tragedia e di questo, passami il termine, “schifo” a parer mio sono comunque meno scontate di quanto lo riteniamo noi e lo diventano ancor meno se non si ascoltano tutte le voci in campo. Semplificare il conflitto tra Russia-Ucraina porta inevitabilmente ad altri errori di percezione e di attribuzione di responsabilità”.
Le recenti votazioni hanno confermato a presidente, con un plebiscito, Vladimir Putin. In Italia, ma anche in altri paesi dell’Occidente, si parla di “elezioni farsa”… Tu conosci tanti russi, oltre tua moglie, cosa dicono in merito?
“In Russia la stragrande maggioranza degli aventi diritto al voto sostiene questo governo con convinzione. Ora io capisco che questa affermazione risulta diversa rispetto a quanto tutte le fonti di informazioni che nel nostro Paese ci propongono, ma è così. La realtà è questa. E lo dico non per partito preso, o perché me l’hanno data a bere, ma perché dopo anni di continui rapporti con persone e famiglie russe di ogni estrazione sociale per me è un dato di fatto.Ci ho messo un po’ a razionalizzare ma ora è un mio convincimento. È anche per questo motivo che adesso noto di più un’informazione alterata che ci viene somministrata quotidianamente. Le cose non sono come ce le descrivono e io mi rendo conto di quanto questo ci rende ottusi nei giudizi”.
Pochi giorni fa il terribile attentato al teatro di Mosca, che conta tantissimi morti e feriti. Gli arresti, la pista dell’Isis con “influenze” ucraine…
“Chi produce terrore e stermina vite innocenti spesso può contare su compiacenze trasversali e non mi sento di escludere collisione o appoggi con chicchessia. Diffido invece di chi tende a semplificare anche la matrice di questo attentato. E pensare che la nostra storia è colma di delitti e stragi spesso ancora senza colpevoli e dove gli interessi stragisti avevano comunque facce diverse. Non mi sento di attribuire un mandante certo dopo un paio di giorni”.