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Cronaca
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Dopo il furto su una imbarcazione tenta il colpo su un furgone e finisce in cella

27 marzo 2024 | 12:15
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Dopo il furto su una imbarcazione tenta il colpo su un furgone e finisce in cella

Rintracciato in un immobile occupato abusivamente e arrestato dalla Mobile

I “falchi” della Squadra Mobile di Livorno, diretta dal dottor Giuseppe Lodeserto, hanno rintracciato e tratto in arresto un 38enne di origine tunisina irregolare sul territorio nazionale.

L’uomo, già gravemente indiziato di un furto messo a segno lo scorso ottobre all’interno di una grossa imbarcazione ormeggiata sugli Scali Manzoni (dove, dopo aver manomesso il sistema di videosorveglianza lì installato, avrebbe asportato alcuni monili in oro e orologi), per tale fatto era stato arrestato in flagranza dal personale delle volanti,  condannato in primo grado, con sentenza non passata in giudicato, alla pena di anni 1 di reclusione e 280 euro di multa e gli era stata applicata dal giudice la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di Livorno con permanenza nell’abitazione dalle 21.00 alle 7. 

Tuttavia, nella tarda serata dell’11 febbraio, contravvenendo a quanto previsto dalla misura cautelare in atto, avrebbe cercato di porre in essere un furto all’interno di un furgone parcheggiato in via delle Cateratte. Durante il tentativo di apertura del portellone posteriore con strumenti atti allo scasso, era stato notato dal proprietario, un cittadino algerino che, con alcuni suoi amici connazionali, aveva cercato di fermare il reo, chiamando nel frattempo la polizia.

Nonostante il tentativo di fuga, era stato bloccato dalla volante, immediatamente giunta sul posto, all’interno della zona dismessa dei binari della ex stazione San Marco e denunciato per il tentativo di furto.

L’autorità giudiziaria, alla luce di quanto emerso, ha disposto l’aggravamento della misura cautelare con la custodia in carcere, delegando la Mobile per l’esecuzione. Gli investigatori, all’esito delle ricerche, lo hanno rintracciato in un immobile abusivamente occupato della zona nord di Livorno e lo accompagnavano al carcere delle Sughere.

Va precisato che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevole  l’indagato.