“A casa chi giustifica i manganelli”: i Gd chiedono le dimissioni di Ziello e Ceccardi

La delegazione davanti alla sede della Lega
“A casa chi giustifica i manganelli”: questa è la frase riportata sullo striscione mostrato da una delegazione di Giovani Democratici presente davanti alla sede della Lega di Firenze per un flash mob, in risposta alle dichiarazioni e ai silenzi degli esponenti della maggioranza, comprese quelle odierne del Ministro Piantedosi, in merito ai fatti accaduti sia nella città gigliata che a Pisa.
“Arrivare al contatto fisico con minorenni è comunque una sconfitta – ha riferito il ministro nell’informativa urgente alla Camera dei Deputati -. Le verifiche verranno svolte con rigore e in piena trasparenza su quanto avvenuto, sono in corso anche indagini della magistratura. Il governo non ha cambiato la strategia nella gestione dell’ordine pubblico”. “No a processi sommari per le forze dell’ordine. Anche io sono rimasto turbato dalle immagini di Firenze e Pisa – ha aggiunto – A Pisa è stata violata la legge, nessun preavviso era presentato alla questura. Per dieci minuti c’è stata pressione sulle forze di polizia da parte dei manifestanti. Sono stati denunciati 5 maggiorenni con precedenti per reati ordine pubblico. La questura, avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico”.
“Siamo davanti alla sede della Lega perché alla radice dei pestaggi degli studenti ci sono prima di tutto le responsabilità politiche di chi, tacendo o addirittura giustificando, permette ad un sistema malato di persistere e riprodursi – dichiara Simone Zetti, segretario cittadino dei Giovani Democratici di Firenze -. Siamo qui senza autorizzazioni, perché in un paese democratico con una costituzione come la nostra il dissenso non deve chiedere il permesso a nessuno per emergere. Siamo qui perché Edoardo Ziello, parlamentare, e Susanna Ceccardi, europarlamentare, dopo le loro dichiarazioni a sostegno dell’azione della polizia, devono soltanto dimettersi”.
“Molti hanno commentato la vicenda definendola un caso isolato, un erroreche, seppur grave, non fa parte del modus operandi delle forze dell’ordine, ma non è così – specifica il responsabile scuola Niccolò Coppi -. La repressione del dissenso, soprattutto se giovanile, è stata sempre caratterizzata da una esagerata e ingiustificata violenza. Noi non dimentichiamo il presidio di Napoli, i cortei a Torino e Milano, le manifestazioni nazionali a Roma contro la Buona Scuola. L’uso del manganello è ormai diventata una prassi per le forze dell’ordine del nostro Paese e questo non è più tollerabile. Ci viene ripetuto continuamente che la nostra generazione deve svegliarsi e rivendicare i propri diritti e le proprie idee, ma quando questo avviene le conseguenze sono tremende”.
“Chiediamo l’immediata implementazione di misure concrete per garantire trasparenza e responsabilità – aggiunge Giuliano Struga, responsabile lavoro -. È essenziale l’introduzione obbligatoria di codici identificativi visibili e l’uso costante delle bodycam durante ogni interazione con i cittadini. Queste azioni non sono negoziabili e rappresentano il primo passo indispensabile verso la riforma di un sistema che troppo spesso ha fallito. La nostra richiesta è semplice: trasparenza, responsabilità, giustizia. È tempo di agire. Non ci fermeremo fino a che queste misure non saranno realizzate”.