Cede il terreno al pranzo di matrimonio nel parco e l’invitato cade giù dalla scarpata: risarcito

L'uomo si era procurato fratture ed era stato ricoverato: la Corte d'Appello conferma l'indennizzo

Il buffet di matrimonio immerso nel verde del giardino di un ristorante sulle montagne della provincia di Lucca è costato caro ad un invitato. Avvicinatosi al tavolo del buffet allestito nel parco è scivolato a causa di un cedimento del terreno, precipitando oltre una siepe in un poggio e procurandosi la frattura del malleolo peroneale destro. La festa si era conclusa con un ricovero in ortopedia dove è stato poi operato. Una volta dimesso, la prognosi era stata di 40 giorni di inabilità temporanea totale, 15 giorni di inabilità parziale al 75%, altri 20 al 50% e 22 al 25%. Alla fine i medici hanno stabilito un danno biologico permanente dell’8%.

Così, lo sfortunato invitato aveva fatto causa alla società che gestisce il ristorante e che aveva allestito il buffet all’aperto, chiedendo un risarcimento per l’infortunio. Sostenendo che l’area dove era stato collocato il tavolo del banchetto per gli ospiti del matrimonio era vicinissimo alla siepe che nascondeva il poggio sottostante, dove l’uomo era caduto in malo modo. L’uomo aveva chiesto un risarcimento di poco più di 25mila euro ma il giudice del tribunale di Lucca aveva condannato in solido i soci della società in questione a pagare 5.821,25 euro a titolo di danno non patrimoniale, oltre interessi e rivalutazione, e la somma di 427 euro, a titolo di danno patrimoniale, oltre al pagamento delle spese processuali.

Contro la sentenza di primo grado soci e legali rappresentanti si sono appellati. Ma i giudici della Corte d’Appello di Firenze hanno, in sostanza, riconosciuto il diritto dell’infortunato al risarcimento della somma stabilita dal tribunale di Lucca, riformando solo in parte il capitolo del pagamento delle spese processuali.

Secondo quanto era stato ricostruito, nel giardino del ristorante era stato allestito un banchetto a buffet a cui potevano accedere liberamente gli invitati. Avvicinatosi ad un tavolo, posto in prossimità di una siepe, l’invitato parecchio sfortunato era caduto giù dal poggio a causa del cedimento del terreno.

La società chiamata in causa aveva fatto presente che il rinfresco si stava svolgendo in un ristorante di montagna, immerso in un parco naturale, caratterizzato da una radura scoscesa e non pianeggiante e che il ferito che vive in un paese poco distante doveva conoscere le caratteristiche della zona e che il declivio era facilmente individuabile. Secondo i giudici però nell’area non erano stati allestiti dei cartelli che “segnalassero il pericolo rappresentato dalla presenza di una siepe che mascherava il dislivello, fatto ancor più aggravato dalla presenza dell’erba bagnata , che facilita lo scivolamento delle persone” e che in prossimità della siepe non era stato messo un nastro che delimitasse il punto, così da segnalare il pericolo.

Esaminando il caso, i giudici della Corte d’Appello hanno dichiarato la compensazione delle spese dei due gradi di giudizio nella misura del 30%: per il primo grado, nell’importo già liquidato , per il grado di appello, nell’importo di euro 1984,00, oltre 15% per le spese generali, mentre per il resto hanno confermato la sentenza di primo grado.

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