Trovata morta nella sua abitazione a 49 anni, l’ex compagno assolto dall’accusa di omicidio volontario

Colpo di scena al processo per rito abbreviato: 'prosciolto' dal gup l'ex dipendente comunale che era stato indagato dalla procura

Una vicenda quella della tragica morte di Ursula Turri, 49enne trovata morta nel suo appartamento di via della Fontana a Barga il 21 novembre del 2019, che si arricchisce di un altro colpo di scena.

L’ex compagno della donna, Fabio Picciolo, difeso dagli avvocati Riccardo Carloni, Francesco Marenghi e Gianmarco Romanini, è stato, infatti, assolto dall’accusa di omicidio volontario dal gup Simone Silvestri, di fronte al quale l’imputato, 59enne anche lui residente nel barghigiano ed ex dipendente comunale, è comparso per essere giudicato con rito abbreviato.

Il gup non ha accolto le tesi proposte dalla procura che, basandosi su indagini delegate ai carabinieri, aveva ipotizzato all’indomani della drammatica scoperta del cadavere in casa che la morte della donna non fosse dovuta ad un improvviso malore, come era sembrato in un primo momento, ma che la vittima fosse stata uccisa. L’ipotesi formulata dal pm allora titolare dell’inchiesta, Antonio Mariotti, era quella di omicidio volontario. I sospetti erano caduti sull’uomo con la quale Ursula aveva avuto una relazione, un ex dipendente comunale molto conosciuto e stimato in paese. L’accusa aveva sostenuto che la vittima era morta soffocata nella propria abitazione.

Dopo una lunga battaglia, gli avvocati difensori, avvalendosi di consulenze scientifiche, hanno smontato le accuse di fronte al giudice che ha assolto l’imputato, dopo due anni di processo: “E’ stato – commenta il pool di legali – un processo difficilissimo, caratterizzato dalla prova scientifica, medico legale, genetica e informatica. Un enorme lavoro di un gruppo di professionisti convinti dell’innocenza di quest’uomo”.

I legali si sono avvalsi di vari professionisti che hanno portato alla sentenza di assoluzione di oggi: il consulente informatico Andrea Torrini, l’investigatore Valter D’Andrea, i medici legali Giorgio Puntoni e Vincenzo Arena ed il professor Vincenzo Pascali che si sono occupati di consulenze medico-legali, genetiche e informatiche.

(Nella foto gli avvocati difensori e il 59enne assolto)

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