Il nuovo legale della mamma di Kata è l’avvocato Petroncini: “La mia assistita ha sempre collaborato”

“Le ipotesi, o meglio “voci”, di un possibile coinvolgimento della famiglia nella sparizione della bimba le ritengo prive di fondamento”
E’ l’avvocato Antonio Petroncini, del Foro di Bologna, il nuovo legale che assiste Katherine Alvarez, la mamma di Kata, la bimba peruviana di 5 anni scomparsa da 7 mesi dall’ex hotel Astor, occupato abusivamente, a Firenze, dopo che i legali precedenti, Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, poche settimane fa, avevano rinunciato al mandato.
“La mia assistita ha collaborato con gli inquirenti dal primo giorno, dicendo tutto quello che sapeva – mette in chiaro l’avvocato come prima cosa – Le varie voci sparse che la mamma abbia taciuto e, quindi, che abbia in qualche modo ostacolato le indagini sono inaccettabili”.
“Tutte le piste, dal rapimento a scopo di estorsione, legato al racket degli affitti, come altre, quella peruviana e di una vendetta per per abusi sessuali messi in atto nei confronti di una minorenne all’interno dello stesso stabile – aggiunge – è doveroso, per chi indaga, che vengano esplorate, anche se, al momento, non hanno avuto riscontri. Ma le ipotesi, o meglio “voci”, di un possibile coinvolgimento della famiglia nella sparizione di Kata le ritengo prive di fondamento”.
Sul fatto della sensitiva, vicina alla mamma della bimba, l’avvocato Petroncini è lapidario: “Ma per carità, nessun “veggente” in questa storia”.
Ieri sera, a Quarto Grado, è stata svelata una foto che ritrarrebbe Kata su un bus in Spagna: “Si, ho visto – risponde il legale -, ovvio che tutte le segnalazioni debbano essere prese in esame, e sono grato a tutte le persone che le inviano, ma mi pare improbabile che una bimba scomparsa, il cui volto è rimbalzato su tutti i media, venga portata su un mezzo pubblico”.
Intanto le indagini, da parte dei carabinieri del nucleo investigativo diretto dal tenente colonnello Angelo Murgia, coordinate dalla Procura, vanno avanti con la speranza di una svolta.
“La speranza che Kata venga ritrovata esiste – conclude l’avvocato – ma è giustappunto una speranza”.