Pandoro Ferragni, la Procura di Prato apre un fascicolo di indagine dopo l’esposto di Codacons

Per ora è modello 45, senza indagati e senza ipotesi di reato
Dopo l’esposto di Codacons per il caso Ferragni – Pandoro Balocco, presentato in tutte le Procure della Toscana, quella di Prato ha aperto un fascicolo di indagine, al momento senza ipotesi di reato e senza indagati (modello 45).
Un atto dovuto, si spiega, dopo che l’associazione dei consumatori, nel suo ricorso, ha ipotizzato il reato di truffa.
Come noto l’Antitrust ha sanzionato Chiara Ferragni con una multa da 1 milione di euro e la stessa azienda, per 400mila euro, per pubblicità ingannevole con questa motivazione: “Far credere, nel comunicato stampa di presentazione dell’iniziativa, che acquistando il “Pandoro Pink Christmas” i consumatori avrebbero contribuito alla donazione che, in realtà, era già stata fatta dalla sola Balocco; aver diffuso, tramite il cartiglio apposto su ogni singolo pandoro “griffato” Ferragni, informazioni idonee ad avvalorare la circostanza – non vera – che l’acquisto del prodotto avrebbe contribuito alla donazione pubblicizzata; aver pubblicato post e stories sui canali social della Ferragni in cui si lasciava intendere che comprando il pandoro si poteva contribuire alla donazione e che la signora Ferragni partecipava direttamente alla donazione, circostanze risultate non rispondenti al vero”.
Il ricavato delle vendite del dolce natalizio, sponsorizzato dalla nota influencer, sarebbe servito per sostenere l’ospedale torinese Regina Margherita nella ricerca su osteosarcoma e sarcoma di Ewing e per l’acquisto di un macchinario, ma, in realtà, già a maggio dello scorso anno, il 2022, la somma era stata stanziata dalla Balocco. Inoltre il pandoro dello spot, “Pink Christmas era in vendita a 9 euro, anzichè a 3,70, facendo credere che la differenza del costo sarebbe andato in beneficienza al nosocomio della città di Torino.