Clan Bove - De Paola |
Cronaca
/

Mafia, confisca di beni per oltre 1,2 milioni

20 dicembre 2023 | 11:00
Share0
Mafia, confisca di beni per oltre 1,2 milioni

Complessa attività di indagine, diretta dal Procuratore Aggiunto di Firenze Luca Tescaroli

Lo scorso 22 novembre si è concluso definitivamente, con la pronuncia della Corte Suprema di Cassazione – Sezione Seconda Penale – l’iter giudiziario iniziato in data il 4 febbraio 2021 con la proposta, a firma congiunta del Procuratore Distrettuale della Repubblica del tribunale di Firenze e del questore della Provincia di Arezzo, di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dei beni, prevista dal Codice Antimafia.

Gli inquirenti sono arrivati al sequestro cautelare di beni e successiva confisca per un valore pari complessivamente a 1.260.000euro grazie ad una complessa attività di indagine, diretta dal Procuratore Aggiunto di Firenze Luca Tescaroli dell’Ufficio Misure di Prevenzione e Contrasto ai Patrimoni Illeciti della Procura della Repubblica di Firenze, condotta congiuntamente in stretta sinergia dal personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Arezzo, dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Arezzo, e dal Giuico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze.

Sia il provvedimento cautelare di sequestro dei beni, che la successiva confisca, (quest’ultima oggetto di ricorso presso la Corte di Appello di Firenze – Sezione Assise e Misure di Prevenzione – respinto in data 01.02.2023), sono stati disposti accogliendo integralmente le evidenze dell’attività investigativa posta in essere dagli organi proponenti a seguito della quale è emersa con chiarezza la riconducibilità della persona proposta alla categoria della pericolosità qualificata dal Codice Antimafia, stante l’appartenenza della stessa al sodalizio mafioso del Clan Bove – De Paola, accertata con sentenza passata in giudicato. Clan operante nel beneventano/avellinese a partire indicativamente dagli anni ’90 al 2002. Ulteriori evidenze investigative hanno consentito di estendere l’attualità della pericolosità qualificata della proposta fino al 2020 in ragione del permanere di contatti tenuti con esponenti della consorteria mafiosa e della dimostrata sproporzione patrimoniale/reddituale rispetto al reddito dichiarato dalla stessa.

Sono stati colpiti il capitale sociale e l’intero patrimonio di una Società sedente in Arezzo, due immobili ubicati in città ed un bene mobile.