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Pronto Soccorso del Versilia in crisi, Nursind: “Fino a 72 ore in barella per un posto letto”

14 dicembre 2023 | 08:30
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Pronto Soccorso del Versilia in crisi, Nursind: “Fino a 72 ore in barella per un posto letto”

Il sindacato: “Malati “sospesi” nel limbo ospedaliero che attendono consulenze, terapie, radiografie, flebo, qualcosa con cui trovare ristoro”

Caso non solo a Cisanello: anche il Pronto Soccorso dell’ospedale Versilia (di nuovo) in crisi”

Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, si trova ancora una volta a segnalare i “gravi disagi subiti dai cittadini per il sovraffollamento che colpisce il pronto soccorso dell’ospedale Versilia: i reparti sono saturi e tutto ciò si riflette sui pazienti che devono aspettare anche 72 ore un posto letto, trascorrendo i primi tre giorni di degenza su una barella in carico al personale del Pronto soccorso che contestualmente deve fornire assistenza e cure anche ai nuovi pazienti.”

“Siamo consapevoli che l’unico obiettivo di azienda e lavoratori resta quello di assistere e curare i cittadini nel miglior modo possibile – afferma la sigla sindacale – ma da anni Nursind raccoglie e lamenta quelli che sono i risultati di una sanità pubblica sempre più in affanno per i continui tagli alle risorse finanziarie e umane, e i disagi dovuti alle continue riorganizzazioni dei vari dipartimenti che non sono sufficienti a colmare l’immensa carenza di personale e il sempre maggior bisogno di salute dei cittadini. Non solo, gli operatori sanitari del Versilia devono sopperire continuamente a criticità che poco hanno a che vedere con il bisogno di salute: lava padelle inutilizzabili che aspettano da mesi pezzi di ricambio (con un conseguente aumento del rischio di infezioni), elettrocardiografi per la maggior parte in assistenza poiché non funzionanti, il puntuale blocco dei sistemi informatici (più volte segnalato agli organi competenti) che regolano tutti i processi di accettazione, identificazione, esami ematici e radiologici per i pazienti e che rendono rischioso e estremamente difficoltoso il processo che deve seguire il paziente in tutte le fasi di cura. Anche negli ultimi giorni il Pronto Soccorso si trova in estrema difficoltà per l’impossibilita di dar corso ai ricoveri, specialmente verso i reparti medici che sono inesorabilmente sempre occupati nella loro disponibilità di posti letto che evidentemente risultano insufficienti”.

Al pronto soccorso si consuma quotidianamente uno scenario quasi apocalittico – precisa il Nursind –  sale ambulatoriali perennemente occupate dai pazienti che non possono continuare il loro percorso verso le sale di osservazione, poiché sono già sovraffollate di pazienti in attesa di destinazione verso i reparti di assegnazione (in media 20 persone sono in attesa di un posto letto), spesso la sera prima della mezzanotte non ci sono più barelle libere con la possibilità che i pazienti attendano in ambulanza. Il fine settimana la situazione subisce un ulteriore peggioramento poiché si riduce l’assistenza territoriale e si rarefà la presenza dei medici di famiglia e la guardia medica non può sopperire a tutte le chiamate e a tutti i bisogni dei cittadini che conseguentemente afferiscono al Pronto Soccorso. Altra criticità per il nostro Pronto Soccorso (come nella realtà della quasi totalità dei reparti di degenza) è la mancanza di ambulanze al momento della dimissione per i pazienti non autosufficienti che non riescono quindi a tornare presso le proprie case e che prolungano, in maniera impropria, la loro permanenza sulle barelle del presidio. Basterebbe affacciarsi nei corridoi per rendersi conto della situazione che pazienti e operatori sanitari devono affrontare continuamente: malati “sospesi” nel limbo ospedaliero che attendono consulenze, terapie, radiografie, flebo, qualcosa con cui trovare ristoro (un piccolo pasto), barelle occupate ovunque. La quasi totalità dei pazienti sono malati cronici, persone fragili, non autosufficienti, bisognose di un’assistenza complessa e continua. In questo scenario tutto il personale sanitario del Pronto Soccorso è comunque impegnato a cercare di soddisfare tutti i bisogni di cura e le domande di assistenza degli astanti, ma nonostante tutta la buona volontà non si possono soddisfare le necessità di quello che nella realtà è in tutto e per tutto la convivenza di due reparti veri e propri all’interno di un unico dipartimento”.

Aspettiamo ancora nuovi ingressi e assunzioni che non solo coprano il turn over dei pensionamenti e dei licenziamenti – conclude il sindacato – ma che sanino l’emergenza organizzativa di tutti i settori che permane da anni. Mancano all’appello decine di professionisti sanitari che possano consentire una riorganizzazione territoriale e aumentare il numero dei posti letto delle cure intermedie, così da ridurre la pressione sui reparti di emergenza e di medicina interna. A nostro avviso, non è più sufficiente l’alta professionalità e la buona volontà dei lavoratori del Pronto Soccorso per garantire la funzionalità del dipartimento e la sicurezza del percorso di cura dei pazienti. Infatti, in queste condizioni lavorative, il rischio di errore aumenta esponenzialmente e contestualmente diminuisce il tempo di relazione e cura da dedicare a ogni singolo paziente.