Monta la protesta degli studenti: occupati liceo classico, artistico e istituto d’arte



Striscioni e portoni sprangati. Nel mirino i programmi didattici ma anche la situazione in cui versano gli istituti
Inizia l’onda delle occupazioni nelle scuole superiori di Lucca. Dopo il corteo della scorsa settimana, i collettivi studenteschi passano all’azione e alle prime ore di questa mattina (22 novembre) sono state occupate tre scuole: il liceo classico Machiavelli di via Cesare Battisti e il liceo artistico di via Fillungo e l’istituto d’arte Passaglia in piazza Napoleone.
Al classico uno striscione è stato appeso alle finestre della facciata con il messaggio inequivocabile che annunciava a tutti l’occupazione del liceo. Stesso copione è andato in scena sia all’artistico che all’istituto d’arte dove studenti e professori sono rimasti fuori dagli istituti.
Sul posto sono arrivati anche gli agenti della polizia e la digos, per verificare la situazione. Al momento si parla di occupazione e non di autogestione.
Diverse le rivendicazioni che sono alla base delle occupazioni.
“Da anni, noi studenti italiani – spiegano gli studenti che occupano il liceo artistico musicale Passaglia – viviamo la scuola come un luogo di disagio, come fonte di ansia, e come demolizione della nostra individualità. Ci sentiamo sicuri, quando affermiamo che la qualità del nostro percorso formativo non è più una priorità per le istituzioni, e che la scuola – nella sua definizione più completa – non è più incentivata da chi di dovere”. Facciamo un appello a coloro che hanno eliminato il Bonus Cultura, a coloro che hanno stanziato 5 milioni di euro per il supporto psicologico nelle scuole nel 2023, e a tutti coloro che ignorano le condizioni in cui le strutture scolastiche italiane versano in questo momento. Facciamo un appello a tutti quelli che hanno smesso di rendere la scuola un luogo di stimolo intellettuale, un luogo sicuro e libero”.
“Noi – proseguono gli studenti del Passaglia che hanno aderito all’iniziativa – rivendichiamo il nostro diritto allo studio, alla convivenza con docenti e personale Ata in strutture idonee alle esigenze di ognuno. Ci riappropriamo del territorio che dovrebbe vederci protagonisti, ma che attualmente, ci fa sentire trascurati in quanto esseri umani. In modo pacifico, facciamo sentire la nostra voce”.
Nel mirino ci sono anzitutto i programmi scolastici: “Da anni – spiegano gli studenti -, i programmi della cosiddetta educazione civica rimangono invariati, limitati alle frontali lezioni sulle energie rinnovabili, sulla ridondante tutela dell’ambiente locale (per cui poi raramente si presentano iniziative scolastiche) e in alcuni casi, sullo studio superficiale dei primi articoli della Costituzione italiana. Gli studenti terminano gli studi, investiti dalla pretesa sociale di essere adulti formati e completi, ma non hanno mai sentito parlare di tasse, mutui, bollette, educazione sessuale, educazione emotiva e politica. Tanti diciottenni vanno alle urne forniti esclusivamente delle idee familiari, senza avere idea del quadro politico italiano, perché nessuno glielo ha insegnato. Tanti adulti uccidono, stuprano e picchiano perché nessuno, a scuola, gli ha mai detto che è sbagliato. Di fronte alla situazione italiana attuale, riteniamo urgentemente necessario un cambiamento nei valori che vengono trasmessi durante queste preziose ore di educazione civica e ne pretendiamo uno all’istante”.
Alla base della mobilitazione anche il diritto allo studio: “Le nostre scuole vivono nel paradosso, quando l’articolo 34 della Costituzione dichiara la garanzia dello studio per tutti, indipendentemente dalla situazione socio-economica, e al contempo le spese annuali di ogni studente sono stimate attorno ai 1200 euro (secondo dati Codacons). Testi scolastici, abbonamenti ai mezzi di trasporto, e in particolare per la nostra scuola i materiali artistici e musicali, sono tutte spese per cui le nostre famiglie provvedono per almeno cinque anni. A tutto questo si aggiungono manovre come la rimozione del Bonus cultura e i continui tagli di fondi all’istruzione. Inoltre, nel nostro liceo, in quanto artistico e Musicale, si ha la necessità di materiali e strumentazioni specifici affinché i programmi didattici possano essere seguiti completamente. Materiali di cui la scuola spesso non predispone, e strumenti che la scuola non può mettere a disposizione al di fuori delle ore di lezione (computer, macchine fotografiche..). Riteniamo che in un liceo di indirizzo artistico e musicale, sia paradossale che uno studente debba provvedere da solo a situazioni di questo tipo”.
Altro nodo per gli studenti è quello relativo agli spazi, alla sorveglianza e alla manutenzione degli edifici: “Le aule e le aree della scuola non appartengono più agli studenti – scrivono dal liceo artistico musicale -. In particolare nel nostro liceo, ogni giorno nascono problematiche in relazione agli spazi insufficienti adibiti alle lezioni, a partire da chi deve dipingere sui banchi monoposto della pandemia, fino a chi deve svolgere le ore di materie teoriche in aule inadatte, a volte dovendosi sedere per terra poiché adibite a lezioni di carattere artistico. E’ risaputa e conosciuta l’insufficienza generale di spazi nelle scuole, e ne nasce un’altra importante problematica: quella della sorveglianza. Le macchinose e complesse procedure burocratiche imposte dallo stato, ostacolano ogni tipo di iniziativa studentesca. Negano spazi strettamente necessari agli alunni, come nel nostro liceo, dove la pausa pranzo viene svolta obbligatoriamente al di fuori degli edifici scolastici (anche in situazioni di allerte meteo gravi). Negano spazi completamente autogestiti dagli studenti, a scopi ricreativi o di confronto, e limitano ogni altro tipo di libertà dello studente fra le mura scolastiche. Inoltre, le insufficienti risorse che lo stato riserva alle scuole, portano nelle nostre sedi come in quelle di innumerevoli altri istituti, enormi mancanze dal punto di vista della manutenzione. Servizi igienici sempre inutilizzabili, perdite e infiltrazioni d’acqua, finestre e porte danneggiate, riscaldamenti che non funzionano e aule con temperature sotto i 10 gradi, sono tutti i risultati della negligenza da parte delle istituzioni”.
“Noi non protestiamo individualmente – avvertono gli studenti -. La nostra voce si unisce a quella di tutte le altre scuole, e ci facciamo sentire di fronte a questo governo, di fronte a queste scelte e a queste manovre. La nostra è una disperata richiesta di un radicale cambiamento, un cambiamento che tuteli lo studente come persona e non come dato, che garantisca una vita dignitosa a chi sceglie di lavorare all’interno di questo sistema”.
Da qui le rivendicazioni: “Chiediamo troppo quando chiediamo di stare in ambienti curati e inclusivi? Quando chiediamo di non sottostare ad un sistema valutativo basato sul voto e sulla punizione, ma sull’importanza del processo didattico e delle nozioni? Quando chiediamo che venga presa in considerazione la crisi psicologica che affligge ogni studente, oggi più che mai, in una realtà italiana che sembra non poter garantire niente a nessuno? Il disagio degli alunni, la precarietà del personale, la negligenza delle classi dirigenti del nostro Stato. Oggi noi prendiamo posizione in merito a tutto questo, a nome degli studenti, dei docenti, del personale tecnico, ausiliario e amministrativo, delle famiglie e delle generazioni future”.
Al liceo classico Machiavelli l’occupazione è stata decisa per motivi didattici ma anche per la situazione in cui versa, secondo gli studenti, l’edificio storico che ospita le aule: “Occupiamo – hanno spiegato gli studenti – perché da quest’anno sono state istituite le classi Dada senza che docenti e alunni fossero consultati. Altro problema sono le strutture: ci sono classi che si sono allagate e dove ci sono secchi con l’acqua, l’educazione civica non viene sfruttata al meglio, pochi professori fanno decidere agli studenti gli argomenti di cui parlare, ogni anno chiediamo di avere ore di educazione sessuale e non è mai stato fatto niente. In generale la scuola dovrebbe insegnare come vivere ma non si parla di attualità”
(notizia in aggiornamento)