Due cameriere molestate nel ristorante dai colleghi: scattata la vertenza di lavoro

22 novembre 2023 | 14:45
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Due cameriere molestate nel ristorante dai colleghi: scattata la vertenza di lavoro

E’ solo una delle storie portate alla luce grazie allo sportello donna della Cgil di Firenze. Stamani manifestazione in piazza Santissima Annunziata

C’è anche la storia di due lavoratrici di un ristorante che hanno subito molestie sul lavoro da colleghi con responsabilità, molestie tollerate dal datore di lavoro, e ora è in atto una vertenza, tra quelle portate alla luce a Firenze grazie allo sportello donna della Cgil. Racconti di soprusi e prevaricazioni su cui in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne si sono accesi i riflettori.

Stamani (22 novembre) l’occasione è stata l’iniziativa del coordinamento Donne Cgil Firenze in piazza Santissima Annunziata con letture pubbliche tratte dal libro Ferite a morte (raccolta, a cura di Serena Dandini e Maura Misiti, di testimonianze di donne vittime di violenza) e distribuzione di cartoline sul tema di come smontare la piramide della violenza sulle donne e su come contattare la Cgil per i servizi per le donne in difficoltà.

Erano presenti tanti studenti e studentesse del liceo Michelangiolo e ha portato la sua testimonianza Paola Alberti, madre di Michela Noli, hostess fiorentina che nel 2016 venne uccisa a coltellate a Firenze dal suo ex, che poi si tolse la vita.

Ha spiegato Cristina Arba, responsabile Coordinamento Donne Cgil Firenze: “La stabilità e la qualità del lavoro sono essenziali per permettere alle donne di emanciparsi da una relazione violenta. Invece l’Italia continua a collocarsi agli ultimi posti di tutte le classifiche internazionali che misurano la partecipazione delle donne alla vita economica dei Paesi, relegandole peraltro a lavori precari, a bassa qualificazione e al part-time involontario. Servono, per questa ragione, investimenti strutturali per contrastare il divario occupazionale e salariale tra donne e uomini. Senza lavoro e salari adeguati le donne non saranno mai libere”.

Ha detto Elena Aiazzi, segreteria Cgil Firenze: “Abbiamo voluto raccontare la storia di donne che hanno cercato la loro libertà ed emancipazione dagli obblighi imposti. Va combattuta la cultura dove nascono i semi della violenza sulle donne e vanno impedite le violenze degli uomini sulle donne attraverso non solo la rieducazione dell’uomo ma dell’intera società. Ma non basta la sola celebrazione di un giorno o di un mese, servono azioni concrete costanti nelle scelte delle istituzioni, anche quelle locali, della scuola, del mondo del lavoro per liberarci da questo orrore continuo e contro natura e rendere la nostra società più giusta attraverso il rispetto delle donne e dei loro diritti.

Ha concluso Bernardo Marasco (segretario generale Cgil Firenze): “Bisogna imparare a riconoscere le matrici culturali del patriarcato sul tema della violenza sulle donne, c’è una battaglia culturale da fare in primis insieme ai più giovani. Nel mondo del lavoro c’è poi la questione del gender gap, la differenza di retribuzione in base al genere, così come occorre dare risposte tempestive, e una alternativa sociale, alle donne vittima di violenza. Sfide da affrontare insieme alle istituzioni”.

Lo sportello

Nell’occasione, sono stati illustrati i numeri e le storie dello ‘Sportello Donna chiama donna’ della Cgil fiorentina (gestito da Sandra Salvadori), che assiste le donne che hanno bisogno di tutela sul luogo di lavoro (su questioni inerenti a maternità o gravidanza) o sono state vittima di violenza o molestie, sul lavoro e non. Nel dettaglio, lo sportello è rivolto a donne che stanno affrontando situazioni problematiche sia di natura privata sia dal posto di lavoro, e si avvale della collaborazione di due avvocatesse, di una psicologa-psicoterapeuta, delle categorie di riferimento delle lavoratrici e dell’Ufficio Vertenze. I contatti allo sportello quest’anno hanno ritoccato i livelli pre Covid: da marzo a novembre ci sono stati 50 contatti, più tantissime telefonate di donne migranti spesso con bambini che cercano disperatamente un alloggio in una città come Firenze con gli affitti insostenibili e in perenne emergenza abitativa.
Per la metà dei contatti allo sportello si tratta di questioni di vessazioni o molestie sul posto di lavoro, per il resto di problematiche inerenti al diritto di famiglia (divorzi e separazioni) e violenza vera e propria.
Nel caso di molestie o vessazioni sul lavoro, due esempi. Il primo: due lavoratrici di un ristorante hanno subito molestie sul lavoro da colleghi con responsabilità, molestie tollerate dal datore di lavoro, e ora è in atto una vertenza. Il secondo: sempre in un ristorante, a una cuoca, con un problema fisico, veniva fatta fare anche la magazziniera, il problema fisico si è aggravato e anche qui è in corso una causa.

Nel caso del diritto di famiglia, un esempio: il marito non rispetta la sentenza di divorzio e molesta la donna (con bambina di 3 anni), dopo la denuncia di lei allo sportello a lui viene messo il braccialetto elettronico di controllo e alla donna la Cgil, in virtù della situazione, fa riconoscere i 3 mesi di permesso retribuito.
Nel caso della violenza, ci sono tre episodi: due da parte del marito e uno da parte del datore di lavoro (la donna vittima di violenza è una badante che ne accudiva un genitore). Qui è materia di denuncia alle forze dell’ordine e accompagnamento dell’avvocata dello sportello.
“La Cgil da tempo è impegnata su questo sportello, è importante che le donne vittime di certe situazioni non si sentano sole e sappiano dove rivolgersi per chiedere un aiuto”, ha chiosato Arba.