Crediti d’imposta finanziati con il Pnrr usati per pagare le tasse: tre aziende nel mirino della guardia di finanza

Per l'accusa erano stati compensati violando le normative fiscali. Altre imprese nei guai per aver usufruito indebitamente dei fondi

Violazioni nelle compensazioni dei crediti d’imposta finanziati con risorse del Pnrr: in provincia di Lucca la guardia di finanza ha accertato operazioni indebite per oltre 81 mila euro.

I controlli svolti dalle fiamme gialle miravano a verificare la correttezza dei crediti d’imposta finanziati anche dal Pnrr e indicati nelle prescritte dichiarazioni dei redditi per abbattere il proprio debito fiscale. Le indagini hanno consentito di riscontrare indebite compensazioni di crediti d’imposta per circa 81.000 euro, in quanto risultati non spettanti in base ai presupposti soggettivi, oggettivi e procedurali previsti dalla normativa che ne disciplina il riconoscimento e sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate per il recupero delle somme sottratte a tassazione.

In particolare, gli uomini del nucleo polizia economica e finanziaria di Lucca hanno focalizzato l’attenzione sui crediti d’imposta derivanti dagli investimenti in beni strumentali nuovi, rilevando tre diversi casi di irregolarità in Mediavalle. Ad esempio, è stato riscontrato l’inserimento da parte di una società operante nel settore delle lavanderie industriali, nel conteggio ai fini della maturazione dei relativi benefici fiscali, di beni acquistati e messi in uso nel 2019, ossia anteriormente alla decorrenza della misura premiale prevista dal 2020; con ciò, determinando il disconoscimento del credito (pari ad euro 34.000) erroneamente riportato in dichiarazione e secondo l’accusa utilizzato per pagare le imposte.

Il gruppo di Viareggio, invece, ha individuato, sulla scorta di precisi indici di potenziale “pericolosità fiscale”, due attività commerciali, entrambe operanti nel settore edile e con sedi nei Comuni di Forte dei Marmi e Pietrasanta, che hanno utilizzato crediti d’imposta che erano stati “dichiarati” per l’acquisto di macchinari che, nella realtà, non era mai avvenuto. I contribuenti interessati dalle attività ispettive si sono però subito ravveduti, procedendo a restituire l’indebito guadagno attraverso l’apposito istituto del “ravvedimento operoso”. Le successive attività di approfondimento hanno permesso poi di accertare come queste imprese si fossero avvalse della consulenza fiscale di una stessa società, con sede a Seravezza.

Per tale ragione, gli accertamenti sono stati estesi anche a carico di quest’ultima e avrebbero consentito di constatare come la società, a sua volta, avesse indebitamente usufruito di vari crediti d’imposta previsti dalla normativa fiscale. Nello specifico, i finanzieri hanno accertato come la predetta impresa di consulenza avesse utilizzato, in compensazione dei debiti tributari per gli anni d’imposta 2020 e 2021, una serie di crediti d’imposta, come, ad esempio, quelli normativamente previsti per le società che investono per l’acquisto di immobili a uso non abitativo, di beni strumentali etc., per un totale di circa 20.000 euro, in assenza dei requisiti prescritti dalla legge. A conclusione della medesima ispezione, sono state altresì contestate alla società altre irregolarità, legate nello specifico ad imposte dei redditi e Iva non versate per circa 10.000 euro complessivi, oltre a componenti positivi della produzione ai fini Irap non dichiarati per un totale di 158.000 euro. Complessivamente, ad oggi, è di circa 7 milioni di euro l’ammontare dei crediti d’imposta della specie oggetto di approfondimento da parte dei reparti del Corpo nella provincia di Lucca.