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Aiuto al suicidio, fissata la camera di consiglio per Maltese, Lalli e Cappato

25 ottobre 2023 | 15:15
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Aiuto al suicidio, fissata la camera di consiglio per Maltese, Lalli e Cappato

Il 23 novembre verrà valutata la richiesta di archiviazione formulata dal procuratore Carmine Pirozzoli nei giorni scorsi

Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Firenze, Agnese Di Girolamo, ha notificato a Felicetta Maltese, Chiara Lalli e Marco Cappato, indagati per il reato di aiuto al suicidio (articoli 110 e 580 del codice penale) la fissazione di un’udienza in camera di consiglio per il 23 novembre prossimo, dove verrà valutata la richiesta di archiviazione formulata dal procuratore Carmine Pirozzoli nei giorni scorsi.

Lo scorso dicembre, Felicetta Maltese e Chiara Lalli avevano accompagnato Massimiliano, 44 anni toscano affetto da sclerosi multipla da 6 anni, in Svizzera per poter ricorrere al suicidio medicalmente assistito. Massimiliano è morto l’8 dicembre 2022, il giorno dopo Felicetta Maltese e Chiara Lalli si sono autodenunciate, alla stazione dei carabinieri di Firenze, insieme a Marco Cappato, in qualità di legale rappresentante dell’associazione Soccorso Civile che ha organizzato e finanziato il viaggio di Massimiliano, per aver aiutato a ottenere la morte volontaria una persona considerata priva del requisito del “trattamento di sostegno vitale” richiesto dalla Corte Costituzionale per poter accedere legittimamente in Italia al cosiddetto suicidio assistito.

“Come avvenuto a Bologna, per l’accompagnamento della signora Paola, il Gip ha valutato di verificare la sussistenza dei presupposti della richiesta di archiviazione fissando un’udienza camerale, all’esito della quale potrà accogliere la richiesta di archiviazione formulata, ordinare nuove indagini, l’imputazione coatta oppure ancora sollevare la questione di legittimità costituzionale”, dichiara Filomena Gallo, avvocata che coordina il collegio di studio e difesa e segretaria dell’associazione Luca Coscioni.

L’udienza si svolgerà a porte chiuse come previsto dal codice di procedura penale, con facoltà per le parti di presentare memorie fino a cinque giorni prima e di essere sentite in caso di comparizione in udienza. In esito all’udienza il giudice provvederà entro il termine non perentorio di tre mesi sulle richieste formulate.