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Cronaca
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Morto a 93 anni Adelmo Ragoni, era a processo per gli spari a un vigile del fuoco

24 ottobre 2023 | 14:00
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Morto a 93 anni Adelmo Ragoni, era a processo per gli spari a un vigile del fuoco

Reato estinto e non luogo a procedere per il carabiniere in congedo

Reato estinto, non luogo a procedere per Adelmo Ragoni: il carabiniere 93enne in congedo è deceduto domenica scorsa. 

Questa mattina, all’udienza fissata in tribunale a Lucca, per ascoltare due poliziotti,  il legale, l’avvocatessa del Foro di Pisa Maria Giovanna Brancati, ha infatti chiesto la chiusura del processo per sopravvenuta morte dell’anziano imputato che era finito alla sbarra  con l’accusa di aver sparato a un vigile del fuoco a Torre del Lago. 

La vicenda è nota, e risale al gennaio dello scorso anno.  L’anziano militare dell’Arma si era barricato in casa all’ora di pranzo, armato di una pistola calibro 22 per impedire che venisse eseguito un Aso nei confronti del figlio Gianluigi, ex barelliere dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. Per strada, vestito di bianco, fermava i passanti affermando “Io sono Dio, salverò il mondo”: un personaggio  di cui molti non avevano paura, anche se, quando qualcuno, di fronte a quelle parole inquietanti, tirava dritto senza dargli ascolto, Gianluigi Ragoni li minacciava.

Quel 19 gennaio del 2022 i due si erano chiusi in casa quando si erano presentati gli agenti della Municipale e il 118 per eseguire un accertamento sanitario obbligatorio e mentre due vigili del fuoco avevano tentato di forzare la porta di ingresso furono sparati due colpi. Porta che si rivelò  l’unica protezione per i due  che stavano facendo il loro lavoro ma,  purtroppo, un proiettile rimbalzò contro il corpo di uno dei due pompieri, provocandogli un’abrasione al braccio e una contusione al costato per una prognosi di 10 giorni.

Ora di ansia, per un’intera strada, la via Bohème, chiusa per precauzione, fin quando, alle 22 circa, fu deciso di staccare la corrente elettrica e i Nocs, arrivati da Roma, fecero irruzione nell’appartamento, utilizzando due bombe assordanti, fatte esplodere di fronte all’ingresso, immobilizzando sia il figlio e che il padre. Entrambi poi furono arrestati dalla Polizia con l’accusa di tentato omicidio e detenzione abusiva di arma da sparo in concorso.

All’anziano, vista la veneranda età, furono concessi i domiciliari, poi revocati, mentre per il figlio, dopo una prima reclusione in carcere, vista la sua totale incapacità di intendere e volere, si sono aperte le porte di una Rems, dove tuttora è in cura.