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Cronaca
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Vuole tornare in Sicilia con i figli avuti da due uomini diversi: il tribunale dice no

13 ottobre 2023 | 15:00
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Vuole tornare in Sicilia con i figli avuti da due uomini diversi: il tribunale dice no

Decisione dei giudici di Lucca dopo che i padri dei minori si erano opposti alla decisione della madre

Lo scorso anno da una relazione sentimentale con un uomo della provincia di Lucca era nato un bambino ma i due interrompono il loro rapporto. A quel punto, in sede di mediazione familiare, hanno proposto un ricorso congiunto per la regolamentazione delle condizioni di affidamento del figlio. Ma la donna comunica all’uomo, come obbligatorio per legge, di volersi trasferire e tornare dai suoi genitori in una regione del Sud Italia, portando con sé il piccolo. Stessa comunicazione viene recapitata ad un altro uomo con il quale aveva avuto una relazione negli anni passati e dalla quale nel 2019 era nato un altro bambino. Nel caso di minori per poter cambiare la residenza anche del bambino per legge occorre che anche l’altro genitore sia d’accordo ma in questo caso entrambi gli uomini non lo erano affatto. Dalla mediazione familiare quindi si è passati alle aule di tribunale.

Nei mesi scorsi un decreto d’urgenza aveva inibito alla donna il trasferimento e ora lo scorso 12 ottobre i giudici cittadini, Michele Fornaciari, Michela Boi e Giovanni Piccioli, hanno firmato e pubblicato un’ordinanza motivata a conferma della precedente decisioni dei colleghi. La donna alla base della sua decisione di tornare nella sua regione di origine dalla sua famiglia aveva affermato che lì le sarebbe stato più facile trovare un lavoro e ridurre i costi della vita che in Versilia, dove vive tuttora, sono maggiori. Ma per il tribunale cittadino la questione è un’altra e recependo le indicazioni della suprema corte di Cassazione in materia hanno confermato il decreto che inibisce il trasferimento della donna e dei suoi due figli minori.

Si legge in sentenza nella parte relativa alle motivazioni della donna: “Al netto delle condotte ostili e pregiudizievoli imputate dalla donna a uno dei due uomini, che allo stato risultano meramente allegate, l’argomento addotto dalla prima a sostegno della manifestata volontà di trasferirsi in Sicilia è rappresentato dalla situazione di difficoltà economica, lavorativa ed abitativa che la stessa incontra nella attuale residenza in Versilia, laddove viceversa in Sicilia essa potrebbe contare sull’aiuto della propria famiglia, su costi minori e sulla più facile possibilità di accesso al lavoro. Questi essendo i motivi della predetta volontà, non pare che essi siano tali da giustificare il trasferimento”. La salvaguardia del rapporto tra figli minori e genitori è prioritaria rispetto a tutto il resto. Conclude infatti la sentenza: “In questione sono cioè due problematiche, difficoltà economico-lavorativo-abitative della convenuta da un lato, diritto del figlio minore a rapporti significativi con il padre dall’altro, che si collocano su piani differenti e fra le quali non è dubbio che debba ricevere maggiore attenzione la seconda. Il decreto, che inibisce alla convenuta il trasferimento del figlio al di fuori del Comune di residenza attuale, va dunque senz’altro confermato”. Il procedimento proseguirà nelle sue fasi di merito previsto dalla normativa a meno di accordi futuri tra le parti.