Cade dalle Mura e chiede il risarcimento: ma per la Corte d’Appello il Comune non è responsabile

La turista tedesca che ha chiamato in causa il municipio condannata al pagamento di 13mila euro di spese legali

Il Comune di Lucca ha vinto una causa che lo vedeva coinvolto contro una famiglia di turisti tedeschi che avevano citato in giudizio il municipio chiedendo 300mila euro di risarcimento danni.

Nel 2014 la figlia di una coppia di turisti era caduta dalle mura cittadina e le ferite erano risultate così gravi da dover ricorrere all’elisoccorso per il trasporto d’urgenza a Pisa. Nel nosocomio pisano all’allora 18enne i medici avevano riscontrato un politrauma cranico, al bacino e addominale, varie contusioni e plurime fratture e il giorno dopo la ragazza veniva sottoposta a riduzione chirurgica della frattura omerale destra e veniva dimessa dopo circa 12 giorni.

A quel punto era rientrata così in Germania dove era stata nuovamente ricoverata in una clinica di Colonia e e sottoposta a numerosi interventi chirurgici e alle necessarie cure riabilitative. A quel punto aveva deciso di rivolgersi al tribunale cittadino per chiedere i danni al Comune di Lucca. Ma il 6 ottobre scorso i giudici della corte d’Appello di Firenze, Dania Mori, Giulia Conte e Paola Caporali hanno pubblicato la sentenza di secondo grado, con relative motivazioni, confermando la sentenza del 2019 del tribunale cittadino che aveva dato ragione al Comune e torto ai turisti stranieri condannandoli anche a circa 12mila euro di spese legali e di giudizio. Questo perché nel procedimento giudiziario, durato 9 anni tra primo e secondo grado, non è emersa alcuna responsabilità del municipio in merito alla caduta della ragazza e quindi ai danni subiti.

I fatti

Nell’agosto del 2014, stando ai resoconti processuali, la ragazza stava passeggiando in compagnia della propria famiglia lungo le mura di cinta della città di Lucca e dopo esservi entrata, dal Baluardo San Colombano, stava percorrendo le mura in senso orario, fino ad oltrepassare il Baluardo Santa Croce giungendo nei pressi della Piattaforma S. Frediano, e a quel punto aveva deciso di farsi fotografare seduta sul muretto, come è consuetudine fra i turisti, ma tuttavia, poiché a suo dire “le mura erano ricoperte da un folto strato di vegetazione, che non ne rendeva visibile la fine e faceva apparire il muro più largo di quanto realmente fosse, rendendolo altresì sdrucciolevole”, nel sistemarsi sul predetto muro finiva per precipitare nel vuoto sottostante per oltre 10 metri, riportando gravissime lesioni fisiche e il lungo iter sanitario per le cure e la riabilitazione.

Ma sia i giudici di primo grado e soprattutto quelli della corte d’Appello fiorentina nel ricostruire l’intera vicenda sono giunti a conclusioni opposte a quelle ipotizzate dai legali della ragazza. Si legge molto chiaramente in sentenza: “Benché, come detto, sia pacifico in data 11 agosto 2014 la ragaza cadde dalle mura di cinta della città di Lucca, nei pressi della Piattaforma San Frediano, nulla ci è dato sapere circa le modalità della caduta, non avendo parte attrice prima di tutto allegato, né tanto meno provato, come fosse avvenuto il sinistro e se dalla dinamica risultasse un nesso causale con la res”.

Sulla dinamica del sinistro, dunque, non è stato fornito alcun elemento di prova, per i giudici, il cui onere gravava inevitabilmente sulla denunciabte. In altri termini, giacché in citazione si dice che “le mura erano ricoperte da un folto strato di vegetazione, che non ne rendeva visibile la fine e faceva apparire il muro più largo di quanto realmente fosse, rendendolo altresì sdrucciolevole”, anche ammesso che l’attrice abbia erroneamente ritenuto che il muro proseguisse anche sotto tutta quanta la striscia di erba che lo ornava sul lato esterno (mentre invece quanto meno la parte più esterna del manto erboso era attaccata al muro soltanto da una estremità, mentre dall’altra parte i fili d’erba fluttuavano nell’aria), non si vede ugualmente perché mai l’attrice avrebbe spostato il sedere all’indietro fino a posizionarlo sulla fascia erbosa anziché sul muro. In pratica la ragazza si è spostata troppo all’interno del muretto, senza motivi validi per i giudici, finendo per cadere di sotto.

Concludono infatti i giudici di secondo grado: “L’appello deve pertanto essere nel suo complesso respinto, anche sotto il profilo dell’invocata responsabilità del Comune convenuto, non essendo stato neppure chiarito quali sarebbero gli specifici profili di colpa che consentirebbero di ritenere violato da parte dell’ente pubblico il generale principio del neminem laedere. Il rigetto del motivo di appello inerente l’an della responsabilità determina infine il rigetto anche della reiterata richiesta di perizia medica finalizzata alla quantificazione del danno”.

Un lungo e difficile contenzioso che ora si è concluso nelle sue fasi di merito a favore del Comune, su una vicenda che è simile ad altre in città e che stavolta non hanno portato a responsabilità da parte di Palazzo Orsetti, ma il problema delle cadute dalle mura cittadine rimane.

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