La morte di Messina Denaro e le sue vacanze in Toscana

I giudici siciliani avevano acquisito le investigazioni della Dda fiorentina
Matteo Messina Denaro è morto, all’età di 62 anni. Da tempo malato di tumore al colon, era ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale de L’Aquila, dove era finito in coma irreversibile e dove i medici avevano deciso si sospendere l’alimentazione, dopo che le condizioni si erano aggravate giovedì scorso per via di un sanguinamento e un collasso, coi parametri vitali compromessi.
Era stato arrestato la mattina del 16 gennaio scorso dai carabinieri del Ros il superboss latitante Matteo Messina Denaro. Il blitz era stato coordinato dalla Dda di Palermo, con il procuratore Maurizio De Lucia e il procuratore aggiunto Paolo Guido. Una cattura, quella del capomafia di Castelvetrano, dopo 30 anni di latitanza, dall’estate del 1993 (quando annunciò con una lettera alla fidanzata dell’epoca, dopo le stragi di Roma, Milano e Firenze, che avrebbe iniziato la sua vita da “primula rossa”), avvenuta nella clinica La Maddalena del capoluogo siciliano dove lo scorso anno era stato ricoverato per operarsi e, da allora, era sottoposto a terapie oncologiche, day hospital, per un cancro al colon e metastasi al fegato. Nel documento falso esibito ai sanitari c’era scritto il nome di Andrea Bonafede.
Nell’agosto del 1993, Messina Denaro, era libero e si trovava in Versilia, a Forte dei Marmi, ospite dei fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, nella villa poi sequestrata.
I giudici siciliani avevano ripreso in mano anche i documenti della Dda di Firenze sulla vacanza in Versilia. Vacanza, al termine della quale, Matteo Messina Denaro aveva deciso di darsi alla latitanza perché era venuto a conoscenza, evidentemente, dei mandati di arresto che da lì a poco sarebbero stati emessi nei suoi confronti.
Al vaglio degli inquirenti c’erano tutte le piste che erano emerse durante i 29 anni e 5 mesi di latitanza, e erano in fase di acquisizione anche le investigazioni effettuate negli anni dalla Dda fiorentina sui passaggi in Toscana del padrino siciliano, tra le quali quelle riferite alla presenza di Messina Denaro nel Pisano e in Lucchesia. Una latitanza così lunga e sempre e comunque sul suolo italiano, con diversi spostamenti per poi tornare a casa sua indisturbato per decenni.