Investimenti fasulli sul monopattino: smascherato e denunciato

Il truffatore seriale in trasferta è finito nei guai
Ha simulato di essere investito sulle strisce pedonali mentre era a bordo di un monopattino, per poi chiedere il risarcimento dei finti danni: smascherato e denunciato dai carabinieri un truffatore seriale in trasferta all’Elba.
Pensava di farla franca, ma i militari di Portoferraio erano sulle sue tracce già da qualche giorno, da quando cioè avevano avuto notizia che tra Portoferraio e Porto Azzurro si aggirava un uomo che, a bordo di un monopattino, simulava un investimento e poi chiedeva i danni agli ignari automobilisti preoccupati, mostrando loro il suo tablet rotto e per questo facendosi pagare sul posto per il danno mai patito, senza interessare sia le Forze dell’Ordine che la compagnia assicurativa.

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, discretamente e pazientemente, hanno battuto palmo a palmo il territorio dell’Isola d’Elba, prediligendo le grandi vie di comunicazione e, giunti nella zona industriale di Portoferraio, hanno individuato l’uomo a bordo di un monopattino elettrico corrispondente alla descrizione del presunto truffatore da ricercare, che poco prima era stato visto discutere con un automobilista per motivi non chiari. Lo hanno pedinato mentre si aggirava con fare sospetto sul ciglio della strada, spesso guardandosi indietro e rallentando in maniera anomala nel momento in cui veniva sorpassato dagli altri veicoli.
I Carabinieri hanno atteso il momento giusto per fermarlo e, poco prima che salisse su un pullman di linea, lo hanno sottoposto a controllo. All’interno del suo zainetto hanno rinvenuto un tablet completamente ma soprattutto artatamente danneggiato, di cui l’uomo non ha saputo giustificare il possesso. Da successivo accertamento, il 36enne romano è risultato un truffatore seriale con alle spalle molteplici denunce analoghe per truffa commesse nella Capitale, con la tecnica “dello specchietto”, ovvero mediante la simulazione di un danno provocato dall’urto con lo specchietto retrovisore di un’auto che transita, con l’immediata richiesta di risarcimento per la rottura di un cellulare, a volte di un orologio, riuscendo spesso a farsi pagare dalle vittime, perlopiù anziani e stranieri, anche con somme ammontanti a euro 300 e 400 in contanti.