Firenze festeggia la Liberazione

Nardella annuncia il primo Museo diffuso della Resistenza: inaugurazione il 25 aprile
Firenze ha festeggiato oggi il 79esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Le celebrazioni si sono aperte stamani alle 7, con i rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio che l’11 agosto 1944 annunciò alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia.
Alle 9 a Palazzo Vecchio la deposizione una corona di alloro alla lapide dettata da Piero Calamandrei a ricordo della Liberazione, quindi in piazza dell’Unità italiana al monumento ai caduti di tutte le guerre. A seguire, alle 10.30, sull’arengario di Palazzo Vecchio le celebrazioni ufficiali.
“Ogni anno è un’emozione rinnovata poter festeggiare insieme a voi la Liberazione di Firenze. Credo sia la prima volta che lo sguardo sulla piazza si perde, visto il grandissimo numero di persone che sono qui. Dieci anni fa, decidemmo per la prima volta di spostare le cerimonie dell’11 agosto, così come quella del 25 aprile, in piazza. E oggi, non senza un po’ di emozione, posso constatare con voi che non saremmo entrati nel Salone dei Cinquecento, dove si celebrava l’11 agosto. E non è vero che ricordare queste date sia diventato uno stanco rituale al quale partecipano sempre meno persone. Questa piazza gremita lo dimostra”, ha detto il sindaco Dario Nardella che ha poi annunciato un nuovo progetto: il primo museo diffuso della Resistenza italiana. “Nasce da un’idea del partigiano Silvano Sarti, un collettore delle storie a Firenze, nei quartieri, con i protagonisti e le loro vicende. Lo inaugureremo il prossimo 25 aprile. Nelle 11 sedi delle biblioteche cittadine e in una sala di Palazzo Vecchio metteremo in risalto questo straordinario patrimonio di memoria. Questa è un’idea concreta e non velleitaria della cura della memoria che significa prendersi cura di noi stessi”.
Alle celebrazioni era presente anche il presidente della Toscana Eugenio Giani: “79 anni fa Firenze fu la prima, tra le grandi città italiane, a liberarsi da sola. La mattina alle 7 il suono della Martinella aveva salutato l’arrivo dei partigiani, dalla riva destra dell’Arno. Non fu una festa, perché i combattimenti durarono ancora 20 giorni, durissimi, fino al 1 settembre. Anche in altre parti ci furono reazioni durissime da parte degli occupanti, come il giorno dopo, il 12 agosto, a Sant’Anna di Stazzema dove si consumò una delle stragi più atroci. Firenze si caratterizzò come l’anima di una liberazione che interessava tutta l’Italia. Qui il popolo italiano si ribellava al nemico rifiutando il fascismo e trovando la strada per la democrazia. Oggi è una data che vuol ricordare il duro prezzo pagato da Firenze e dai suoi abitanti, e del suo primato per cercare ad ogni costo la propria libertà. Tutto questo – ha concluso – deve continuare a vivere, deve restare nella memoria ed essere trasmesso ai nostri figli. Per far capire a cosa portò la deriva fascista”.