
Triste ricorrenza: stasera una fiaccolata della comunità peruviana
Sono già trascorsi due mesi, oggi, dalla scomparsa di Kata, la piccola di 5 anni svanita nel nulla dalle prime ore del pomeriggio del 10 giugno scorso.
I carabinieri continuano ad indagare, dopo il sequestro, eseguito sabato, dei cellulari dei genitori e dei familiari, per cercare elementi utili, all’inchiesta, mentre gli uomini della Squadra Mobile della Questura fiorentina hanno arrestato lo zio della bimba e tre connazionali del Perù, con l’accusa di tentato omicidio, lesioni, e estorsione, legati al racket degli affitti nell’ex hotel Astor, ora sgomberato, dove Kata viveva. Gli arrestati, ieri durante l’interrogatorio di garanzia, hanno respinto al mittente le varie accuse mosse, e lo zio, in particolare, si è detto estraneo alla sparizione della nipote.
L’albergo, che era occupato abusivamente da mesi da centinaia di stranieri, peruviani e rumeni, è stato passato al setaccio dei reparti speciali dell’Arma, senza trovare tracce, cosi come le telecamere di videosorveglianzache, però, hanno solo immortalato la piccola mentre era fuori, sul marciapiedi, e dentro, mentre saliva e scendeva sulla scala esterna dell’edificio.Immagini della durata di frazioni di secondi, che non sono servite a capire da dove sia uscita, con chi, e se sia ancora viva.
Un rapimento, secondo gli inquirenti, la pista privilegiata. Mentre per la criminologa Roberta Bruzzone, Kata non sarebbe mai uscita viva dall’ex hotel.
Intanto, per stasera, la comunità peruviana ha organizzato una nuova manifestazione a Firenze per la piccola Kata: il ritrovo è a poche centinaia di metri dall’ex hotel Astor, dove abitava la bambina ed è stata vista per l’ultima volta. “Sono passati quasi 2 mesi da quando la piccola Kata è scomparsa – si legge nel post pubblicato nel gruppo Facebook Peruanos pe unidos per un solo Firenze -. Il nostro unico obiettivo è che Kata non sia dimenticata, che le autorità competenti non smettano di cercarla e le indagini continuino. Kata è nelle nostre preghiere, nei nostri cuori. Per questo continueremo a far sentire le nostre voci. Perché Kata deve apparire sana e salva”.