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Cronaca
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Da una multa di 200 euro alle spese legali da pagare fino alla Cassazione: il Comune soccombe in giudizio

9 agosto 2023 | 16:15
Da una multa di 200 euro alle spese legali da pagare fino alla Cassazione: il Comune soccombe in giudizio

Incredibile vicenda legata alla caparbietà di un professionista lucchese che è andato fino alla Suprema Corte dopo una multa per errato conferimento dei rifiuti in piazza Santa Maria

Non poteva andare peggio per Palazzo Orsetti. Una multa da 220 euro costerà davvero molto cara al Comune di Lucca, che non ha diritto a percepire nulla e che ora dovrà pagare invece tutte le spese legali e di giudizio dei tre gradi del processo.

Insomma alla fine il municipio dovrà tirar fuori migliaia fi euro a fronte di un incasso previsto di sole 200 euro che nemmeno è arrivato. La suprema Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un cittadino e rinviato gli atti al tribunale di Lucca (in funzione d’appello) per stabilire l’entità delle spese di questo procedimento giudiziario.

Nei giorni scorsi infatti gli ermellini hanno pubblicato la sentenza con le relative motivazioni: “La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia, anche per le spese del presente giudizio, al tribunale di Lucca, in composizione monocratica, in persona di altro magistrato”. Tutto inizia nel 2018 quando con una ordinanza-ingiunzione il Comune di Lucca irroga, nei confronti di un residente, la sanzione pecuniaria di 220,50 euro per aver lasciato cartoni al di fuori delle colonnine dell’isola ecologica a scomparsa dipiazza Santa Maria. L’uomo, un professionista del quartiere, impugna la multa davanti al giudice di pace che annulla la citata ordinanza-ingiunzione, compensando per intero le spese giudiziali. Cioè ognuno paga il suo. E proprio questo non va giù al professionista che convinto di non aver fatto nulla e forte dell’annullamento del giudice di primo grado propone ricorso in appello proprio sulle spese legali chiedendo la condanna del Comune, senza nessuna compensazione. Nel 2021 il tribunale di Lucca, in funzione di corte d’appello, ravvisa la legittimità della pronuncia del primo giudice in relazione alla rilevata sussistenza delle condizioni previste dal codice di procedura civile (correlata all’intervenuto accoglimento dell’opposizione per incompletezza della prova circa la ricorrenza della condotta sanzionata, essendo stata ravvisata l’emergenza di un contesto indiziario che ne faceva emergere solo la possibile consumazione, pur non avendone, oltretutto, escluso con certezza la sua verificazione lo stesso trasgressore) e rigetta le istanze del professionista. L’uomo non molla e si rivolge alla Cassazione e stavolta le cose cambiano completamente. I legali del professionista hanno ritenuto illegittimamente giustificata la compensazione delle spese disposta dal giudice di primo grado sulla base di una debole ed ambigua argomentazione difensiva di esso ricorrente, quale opponente, e sulla scorta di una probabile commissione della violazione (ancorché considerata non provata con certezza con la sentenza del giudice di pace) posta a fondamento della sanzione amministrativa, e gli ermellini gli danno ragione. “Il motivo è fondato”.

La sentenza della Cassazione

“Risulta, perciò, evidente che, come correttamente denunciato dal ricorrente, la valutazione compiuta dal primo giudice per compensare integralmente le spese del giudizio, ricondotta al dichiarato annullamento dell’opposta ordinanza-ingiunzione per insussistenza di prove sufficienti della responsabilità del ricorrent ) non può sussumersi in alcuna delle richiamate ipotesi dettate dal vigente citato articolo 92 del codice di procedura civile, ragion per cui il tribunale di Lucca non avrebbe potuto ritenere, con la sentenza impugnata in questa sede, legittimamente applicata la compensazione delle spese del giudizio di primo grado, non ricadendosi affatto in un caso riconducibile alla necessità dell’esame di una questione nuova o alla presenza di gravi ed eccezioni ragioni o altre assimilabili. In definitiva il ricorso va accolto”.

Ora il Comune dovrà pagare tutte le spese legali e di lite, del procedimento davanti al giudice di pace, dell’appello davanti al tribunale di Lucca e del ricorso che si è svolto in Cassazione. E stavolta non si tratterà delle 200 euro iniziali della multa ma di cifre decisamente più onerose.