Corte dei Conti, critiche alla gestione delle partecipate della Regione Toscana

La magistratura contabile: “Si omette di tenere in doverosa considerazione le situazioni di grave e persistente crisi in cui molte di queste versano da anni”
La sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ha pubblicato la relazione sul bilancio della Toscana e nel sottolineare il buon lavoro svolto ha stigmatizzato alcuni aspetti da correggere.
Tutto sommato quindi il giudizio è positivo tranne che sulle società partecipate. Da questo punto di vista i giudici contabili hanno utilizzato parole inequivocabili e dure nei confronti dell’amministrazione regionale. Si legge infatti nel documento: “Le azioni di razionalizzazione (delle società partecipate dalla Regione Toscana, ndr) peraltro, sembrano ispirate, come già più volte detto, ad una logica di salvataggio a tutti i costi della società, piuttosto che alla tutela delle finanze regionali e, ancor prima, delle finalità istituzionali asseritamente perseguite dalla Regione mediante lo strumento societario. In sintesi, si rileva una compliance meramente formale all’obbligo di legge”.
Nella relazione di parificazione della Corte dei conti emergono vari profili di criticità, peraltro già evidenziati anche in occasione dei precedenti giudizi di parificazione ma che, tuttavia, non hanno ad oggi ancora trovato soluzione. Prosegue la relazione: “Non possono che rinnovarsi i dubbi, più volte espressi, in merito alla effettiva capacità o volontà della Regione di esercitare in maniera adeguata ed efficacie le prerogative di socio (talora anche di maggioranza), indirizzando in maniera incisiva l’operato delle società partecipate”.
E infine le parole più dure dell’intero documento: “Parimenti, si esprime apprensione per la palese scelta operata dalla Regione di mantenere in portafoglio tutte le proprie partecipate, a prescindere dai rilevanti profili di criticità più volte attenzionati da questa sezione anche nei precedenti referti, seconda un’ottica di salvataggio a tutti i costi. Non solo vengono mantenute più partecipazioni in società operanti nello stesso settore economico in evidente dispregio della prescrizione contenuta nel Tusp, ma si omette di tenere in doverosa considerazione le situazioni di grave e persistente crisi in cui molte di queste versano da anni (si pensi alle due società che gestiscono i due interporti toscani oppure alle società del settore fieristico, ad esempio), con conseguenti riflessi sul bilancio della Regione”.
Il presidente Giani e i suoi dovranno cercare soluzioni perché sul punto la corte dei conti non intende transigere. Conclude la relazione: “I rilievi sopra rappresentati non sono, attualmente, superati a seguito del contraddittorio con la Regione (né dalle note istruttorie né dalle controdeduzioni presentate)”. Si vedrà.