
Fabrizio Serena spiega la presenza degli squali nei nostri mari
“Tutti gli squali hanno paura degli uomini, e scappano. A meno che vengano attaccati, aggrediti o stimolati, allora reagiscono per difesa con un morso”.
Sono le parole di Fabrizio Serena, livornese doc, e uno dei massimi esperti e studiosi di squali in Europa, già direttore dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana e attualmente vice coordinatore nell’ambito del Mediterraneo e del Mar Nero dell’Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Un intervento dello specialista dopo i casi di avvistamenti in mare, il primo a Livorno, qualche giorno fa, e il secondo, ieri, a San Vincenzo, per fare chiarezza.
“Ho visionato più volte il video dell’avvistamento da parte di pescatori sportivi, dall’accento sicuramente toscano – spiega Serena -, e si tratta certamente di uno squalo, appartenente alla famiglia dei Lamnidi. Ma che si tratti di uno squalo bianco ancora non è certo, dal muso affilato credo invece che sia possibile pensare a un Mako, di dimensioni molto grandi. Ritengo che i due del primo video che stavano usando canne da pesca, abbiano gettato in acqua del cibo, per questo lo squalo si è avvicinato alla loro imbarcazione, questa specie ha un acutissimo olfatto. Quanto immortalato andrebbe analizzato da vicino, per avere la certezza assoluta di che specie si tratti. Succede spesso che pescatori professionisti si trovino nella rete uno squalo, e in quel caso abbiamo la possibilità di esaminarli e stabilire di quale tipo siano. La carne dello squalo è molto pregiata, un mercato floridissimo, soprattutto nei paesi asiatici, che quasi quasi supera quello della droga. Parimenti non ho la certezza che fosse al largo di Livorno: dalle immagini che immortalano anche la costa, potrebbe anche trattarsi di Marina di Pisa, comunque la costa toscana. Quanto al secondo avvistamento, il filmato è muto, silenzioso, non si sentono voci e non si vede sullo sfondo nessuna costa, e non escluderei a priori che si sia trattato di un video vecchio, ripreso chissà dove, che ha provocato a catena una sorta di fake new”.
Ma come nel primo caso, è intervenuta la stessa Capitaneria, per mettere in allerta…
“Certo, la Capitaneria dopo le segnalazioni ricevute è obbligata a fare comunicati, ma non c’è la certezza, o meglio la conferma, di quale specie si tratti – precisa Serena -. Ricordo a tutti che andando per mari ci sono sempre pericoli, oltre alle improvvise burrasche, come ad esempio le meduse e le raganelle, cosi come nei boschi quello di incontrare orsi che, come gli squali, non attaccano l’uomo se non per difesa”.
Quando si parla di avvistamenti di squali la gente ha il terrore: vengono in mente subito le immagini dei noti film di Steven Spielberg, lo squalo bianco che uccide dei bagnanti…
“Film, appunto, di fantasia. Le accuse fatte gli squali sono da sminuire. La presenza degli squali deve ritenersi rassicurante, sono predatori apicali, regolatori degli interi ecosistemi”
“Il progetto di monitoraggio iniziato nel 1985 prosegue – conclude Serena -. Da 400 milioni di anni gli squali sono presenti nel Mediterraneo, io registro e archivio ogni segnalazione, e su queste non posso dare certezze: resta un punto interrogativo”.