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Cronaca
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Dissequestrata la villa del cognato del boss della mala del Brenta a Santa Croce sull’Arno

21 giugno 2023 | 13:15
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Dissequestrata la villa del cognato del boss della mala del Brenta a Santa Croce sull’Arno

La Cassazione: “È mancata la verifica sull’effettiva sussistenza del reato per quale era stata pronunciata una condanna per cui è intervenuta la prescrizione”

Restituita la villa di Santa Croce sull’Arno a Riccardo De Cicco, il cognato del boss della mala del Brenta recentemente scarcerato, Felice Maniero.

Così hanno stabilito i giudici della suprema corte di Cassazione al termine di un lungo iter processuale che partendo dal sequestro della villa in via Poggio aveva conosciuto alterne vicende giudiziarie. Ora gli ermellini hanno ordinato l’immediato dissequestro dell’immobile e la restituzione al legittimo proprietario. Scrive infatti la Cassazione nella sentenza pubblicata nei giorni scorsi che ha accolto il ricorso di Riccardo De Cicco di Fucecchio: “Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, limitatamente alla confisca della villa sita in Santa Croce sull’Amo in via Poggio Adorno, di cui dispone il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto”.

La Corte di appello di Venezia si pronunciava in sede di rinvio a seguito dell’annullamento disposto dalla Cassazione ad ottobre del 2021 della sentenza di secondo grado emessa del 2019, con la quale era stata riformata quella di primo grado che aveva dichiarato l’intervenuta prescrizione della condotta di riciclaggio contestata avente ad oggetto l’acquisto e la ristrutturazione di un immobile (in Santa Croce sull’Arno), mediante il reimpiego di parte delle consistenti rimesse di denaro fornite da Felice Maniero, cognato di De Cicco come si legge in sentenza, nel periodo compreso tra il 1985 e il 1997 (per circa 22 miliardi di lire secondo i giudici). Con la sentenza emessa in sede di rinvio è stata confermata l’intervenuta prescrizione del capo d’imputazione relativo al riciclaggio così come già dichiarata dal giudice di primo grado. La Corte di appello ha disposto però la confisca dell’immobile acquistato con il reimpiego dei proventi illeciti. Avverso tale decisione ha proposto ricorso per Cassazione De Cicco e i giudici di Piazza Cavour gli hanno dato ragione.

Si legge infatti in sentenza: “L’istituto della confisca senza condanna, per come delineato inizialmente dalla giurisprudenza e poi con l’introduzione dell’articolo 578 bis del codice di procedura penale presuppone che sia intervenuta una sentenza di condanna quanto meno in primo grado, a fronte della quale l’intervenuta prescrizione nelle successive fasi processuali non preclude l’adozione della misura ablatoria, salvo restando la verifica incidentale in ordine all’effettiva sussistenza del reato per il quale era stata pronunciata condanna. Nel caso di specie, tale sequenza processuale non è stata rispettata”.

Da qui l’accoglimento del ricorso e il dissequestro della villa che ora potrà tornare nelle mani del legittimo proprietario. Il caso è chiuso per sempre.