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Toscana flagellata dai cambiamenti climatici

5 giugno 2023 | 15:00
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Toscana flagellata dai cambiamenti climatici

Già otto gli eventi estremi nel 2023. In Italia +152% rispetto allo scorso anno

Otto eventi climatici estremi in Toscana da inizio anno, quarta regione in Italia dietro Emilia Romagna, Lazio e Piemonte. A denunciarlo è Legambiente che in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, diffonde i nuovi dati del suo Osservatorio Città Clima.
Solo in Italia dall’inizio 2023 sono aumentati del +135% rispetto a quelli di inizio 2022.

Generico giugno 2023

In particolare, nella Penisola, da gennaio a maggio, si sono registrati 122 eventi estremi contro i 52 degli stessi mesi del 2022. Gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza con 30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022, segnando così un +87,5%.

In Toscana gli eventi estremi sono passati da 6 nel 2022 a 8 avvenuti nei primi mesi del 2023, tra bombe d’acqua, grandinate, gelate, trombe d’aria, esondazioni e frane, dalla grandine di aprile in vari luoghi come il Chianti e nel Pisano all’alluvione in Alto Mugello. Sul sito cittaclima.it  è presente la lista completa.

“Gli otto eventi estremi che hanno caratterizzato questo semestre meteorologico in Toscana ci dimostrano plasticamente di quanto la frequenza di questi accadimenti sia direttamente ascrivibile all’aggravarsi della crisi climatica – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – Anche alle nostre latitudini, quindi, abbiamo il dovere di agire su un doppio binario. Da un lato lavorare sull’adattamento e quindi su una maggiore resilienza di città e territori; dall’altro, mettere in campo urgentemente politiche di mitigazione, volte a cambiare radicalmente il modello energetico”.

Secondo Legambiente per aiutare l’ambiente e contrastare la crisi climatica in atto, servono politiche climatiche più ambiziose accompagnate da interventi concreti sia a livello nazionale sia a livello europeo.  Legambiente chiede all’Italia deve accelerare il passo. Anzitutto con Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, in standby dopo la fase di Vas (valutazione ambientale strategica) avviata dal governo alla fine dello scorso anno dopo la tragedia di Ischia. Stanziando anche adeguate risorse economiche per attuarlo, visto che non sono state previste nell’ultima legge di bilancio. Poi c’è l’aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), “strumento fondamentale per mettere in campo, nei prossimi anni cruciali da qui al 2030, un’ambiziosa azione climatica europea e nazionale in grado di contribuire a contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C.

E ancora accelerare la transizione energetica, “prevedere il phase-out dei sussidi alle fonti fossili entro il 2030, liberando così importanti risorse finanziarie da investire nello sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica”. Infine la legge sul consumo di suolo zero, il cui iter è fermo in parlamento dal 2016.